di Vittorio Toschi
I fratelli Coen ormai ci hanno abituato a repentini cambiamenti di genere, di ritmo e anche di stile alternando film, anche ravvicinatati, assai diversi tra loro, sempre però caratterizzati da una notevole qualità cinematografica. E anche con questo A serious man non si sottraggono a tale regola confezionando una storia “nera”, che è come un pugno nello stomaco per lo spettatore, che fino all’ultimo attende invano una reazione, un riscatto, insomma una via d’uscita che non c’è. Un film come sempre impreziosito da ottime inquadrature che da sole ci raccontano altre storie nella storia e da una maniacale attenzione ai più piccoli dettagli.
Midwest, 1967. Nella vita del tranquillo Larry Gopnik, professore di fisica ebreo che ambisce solo ad essere a serious man, all’improvviso ne capitano di tutti i colori. La moglie vuole lasciarlo, lo butta fuori di casa e gli prosciuga il conto corrente. I figli gli rubano i soldi, uno per comprarsi gli spinelli, l’altra, la cui unica attività sembra essere lavarsi i capelli, per rifarsi il naso. Intanto il fratello, incapace di inserirsi nella società, continua a dormire sul suo divano, tenere sempre occupato il suo bagno e incappa in una serie di guai giudiziari sempre più gravi. Come se non bastasse uno studente asiatico prima tenta di corromperlo, poi lo ricatta mettendogli a rischio la promozione.
Il tutto in un crescendo che, pur strappando qualche (poche) risata a denti stretti, immerge sempre di più lo spettatore nell’angoscia di una situazione di cui non si vede (perché non c’è) una via d’uscita, mentre il povero Larry sembra sempre più vicino ad un definitivo crollo nervoso. Ma perché tutto questo sta accadendo proprio a lui, una persona normale e senza eccessi, rispettoso delle regole e degli altri?
E’ proprio attorno a questo interrogativo che i Coen giocano con lo spettatore portandoci lungo una serie di strade, tutte però senza soluzione.
Larry prima cerca spiegazioni nella ragione e nella fisica che insegna (bellissima l’inquadratura in cui appare piccolo con alle spalle un’enorme lavagna zeppa di numeri e di formule da lui stesso scritte per dimostrare un qualche paradosso matematico).
Poi, nonostante un’iniziale riluttanza, cercherà improbabili risposte incontrando tre rabbini, l’ultimo dei quali neanche lo riceve, figure queste che si dimostrano completamente incapaci di incidere nella vita reale.
Tutta la storia si muove anche tra scherzi, ovviamente anche questi assai “neri” (come la morte del grasso avvocato), e personaggi di contorno che si divertono a tormentare ancora di più il nostro protagonista (il vicino che sconfina nella sua proprietà e la vicina che cerca di sedurlo) fino al finale improvviso e per niente consolatorio. Insomma, secondo i Coen, semplicemente non c’è alcuna spiegazione, almeno non nella nostra possibilità di comprensione. Così vanno le cose, a Larry. Ma forse un giorno anche a noi?
A Serious Man
Regia: Joel Coen, Ethan Coen
Sceneggiatura: Joel Coen, Ethan Coen
Interpreti e personaggi
* Michael Stuhlbarg: Larry Gopnik
* Richard Kind: Zio Arthur
* Fred Melamed: Sy Ableman
* Sari Lennick: Judith Gopnik
* Aaron Wolff: Danny Gopnik
* Jessica McManus: Sarah Gopnik
* Peter Breitmayer: Mr. Brandt
* Brent Braunschweig: Mitch Brandt
* Simon Helberg: rabbino giovane
Scenografia: Jess Gonchor
Paese: USA
Anno: 2009
Durata: 105 min