“Pagani” di Elisa Flaminia Inno

pagani-film-inno-femminiellidi Mimmo Mastrangelo

Dopo il passaggio sullo schermo  della prestigiosa vetrina del “Cinèma du réel” di Parigi (la trentanovesima edizione si è chiusa  il 2 aprile), giungerà a fine mese nelle nostre sale “Pagani” di   Elisa Flaminia Inno. Prodotto dalla casa cinematografica Parallelo 41 e distribuito dall’Istituto Luce, questo primo lavoro della trentenne  regista napoletana racchiude splendidamente  un sillabario di folla e fede, suoni e tradizione popolare, nonché una bellezza filmica  a tratti  scanzonata.

Scenario del docu-film è l’ antica festa  della Madonna delle galline di Pagani, in provincia di Salerno, riconosciuta  dall’Istituto nazionale di demo-etno-antropologia “patrimonio immateriale
dell’Italia” e la cui leggenda racconta che all’inizio del XVII secolo delle galline, grattando con le zampe nelle terra,  riportarono alla luce una tavola con il volto  della Madonna del Carmelo. Quel ritrovamento venne interpretato come un segno Divino e, quindi,  la gente del posto pensò che bisognava omaggiare la Vergine costruendo  un luogo di culto e dando  vita ad una festa che ancora  oggi dura  ed è fortemente sentita  dai paganesi e dalle comunità  dell’Agro-Nocerino-Sarnese e dell’hinterland partenopeo.

paganElisa Flaminia Inno fa delle celebrazioni religiose e civili – che durano tre giorni, a partire dal venerdì dopo Pasqua – il contesto, il palcoscenico su cui irrompono dei personaggi del posto i quali diventano i protagonisti in primis di un  film scrostato da tutta una certa retorica documentaristica.

C’é  Fonzino incaricato ad “addobbare sontuosamente” di fiori e non solo  il recinto votivo, chiamato “tosello”, in cui la folla dei fedeli andrà a pregare la Vergine ed esorcizzare la miseria. Accanto a Fonzino  compare Biagino il custode di  tutta la tradizione rurale del posto,  ma chi incendia la visione sullo schermo è  la comunità locale dei gay. Saranno i loro, “i femminelli” (come vengono chiamati nel napoletano) ad investire con  canti e balli la  festa di un caos purificatore, mentre  il ritmo persistente delle tammorre e delle nacchere si diffonderà come un’ammaliante baraonda  a tutte le ore in ogni strada e vicolo di Pagani.

Lo sguardo  di Elisa Flaminia Inno è limpido e si proietta curioso nel catturare lo spettacolo  della festa,  nonché il mistero  della fede, del  culto, della profonda venerazione alla Madonna del Carmelo che si cela dietro tutto  “la paranza”  della ritualità popolare.


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