Alla Cineteca Cinema Trevi, a Roma, hanno offerto, per i fortunati presenti, la visione di tre grandi film. Fra questi, Ginger e Fred, film del 1985, di Federico Fellini. Pieno di malinconia, di visionarieta’, di comicità, barocco e decadente, questo film fa ridere e fa riflettere..
In particolare incisivo è l’affresco sul mondo dello spettacolo televisivo: un vero e proprio circo di fenomeni e personaggi improbabili dai talenti più vari fantomatici e sconvolgenti, dove verità e bugia, qualità e doni divini si mischiano, dando luogo ad un momento magico, laddove, tornati piccoli, approdiamo in una tragica e giocosa città di grattacieli costruiti su livelli ibridi di grandi favole e storie di pura finzione. .
La televisione emerge come grande contenitore, a sua volta contenuto nella vita e nella società sempre più priva di valori e vuota..: la casalinga, sottopostasi volontariamente ad un esperimento, per cui si è dovuta privare per un mese della tv, si sente disperata e usa la sua voce da cantante per manifestare che mai più lo farà!
Se Pasolini ha illustrato cosa sarebbe diventato l’uomo con l’avvento dell’era omologante e avvilente dei mass media, Fellini ci mette davanti un vario e vero teatro umano, che colpisce occhi e mente, come una raffinata sberla.
In più, grazie alla disincantata e discendente parabola di Fred, un Marcello Mastroianni indimenticabile, dal sorriso stanco e languido, dal piede talentuoso ma traballante sulle ginocchia (infatti cade, ma si rialza e conquista il pubblico) e mal avviato (dedito al bere più di quanto non possa permettersi) alla sua terza età di luci della ribalta sempre più sbiadite e lontane .. avvince, di straziante nostalgia e di fastosa immaginazione di ogni possibile piuma paillettes e pietre miliari che sono i legami e non le pluri decorazioni di qualche strano tipo privo di senso dell’autoironia Sublime anche Ginger, Giulietta Masina, nel suo farsi piccola e farsi immensa, compassionevole e piena di grazia accanto al suo partner di qualche primavera fa…