di Igor Vassaz
A prova di spia – Burn After Reading è il divertentissimo film dei fratelli Coen ( Joel e Ethan , freschi di consacrazione hollywoodiana con l’Oscar per Non è un paese per vecchi ) presentato quest’anno a Venezia. Una spy story grottesca e parodica, uno sguardo amaro sulla follia dell’umanità d’oggi e tanto, tanto cinema. Da vedere assolutamente.
Dopo il monumentale Non è un paese per vecchi (Oscar 2008 come miglior film), Ethan e Joel Coen tornano sul grande schermo con una pellicola certo diversa, ma non troppo distante dalla precendente, almeno per la totale dis-speranza dello sguardo feroce sull’umanità contemporanea.
A prova di spia – Burn After Reading , presentato fuori concorso a Venezia, è film divertentissimo, arzigogolato e tagliente, secondo canoni consolidati per i due fratelli terribili. Un cast di autentici fuoriclasse del main stream hollywoodiano, in cui le due attrici (la cinica e puntuta Tilda Swinton , fresca di Oscar per Michael Clayton , e l’irresistibile Frances McDormand , moglie di Joel Coen, anch’essa Oscar per Fargo , nel 1997) la fanno letteralmente da padrone, costituisce l’ottimo materiale umano che ha permesso ai Coen di allestire una commedia allucinata e amara sul mondo d’oggi, evidenziando con ghignante cinismo le idiosincrasie, gli scarti, le futilità dell’America contemporanea.
John Malkovich è Osborne Cox, un agente CIA in disgrazia per problemi etilici e contro il quale sembra essersi rivoltato il mondo: la moglie Katie (l’impietosa Swinton) lo lascia gettandosi tra le improbabili braccia di Harry, un George Clooney gigione e infantile, autentico maniaco del fitness e degli incontri via internet. La decisione di scrivere le proprie memorie da parte dell’ex analista CIA si rivela il motore di una vicenda oltre i limiti del paradosso: il cd con i “segreti” dei propri anni di servizio presso la fatidica “Agenzia” (il nome con cui negli USA si indica la CIA) viene sottratto dalla Swinton e smarrito in una palestra, ritrovato da Linda (Frances McDormand), una donna frustata dalla quarantina incipiente che coltiva il sogno di ricorrere alla chirurgia estetica per far di sé una persona nuova. Sodale di Linda è il giovane e palestrato istruttore Chad, un incontenibile Brad Pitt alle prese col personaggio più idiota e buffo della propria carriera.
Linda e Chad, compreso non si sa come il contenuto esclusivo e segretissimo del dischetto, s’improvvisano agenti segreti: prima cercano, invano, di ricattare un Malkovich esasperato (la moglie l’ha cacciato letteralmente di casa), poi di rivendere il “prezioso” supporto a degli attoniti funzionari dell’ambasciata russa, come se fosse ancora in corso la Guerra Fredda.
La storia di ogni personaggio s’intreccia imprevedibilmente con quella degli altri, creando una trama vorticosa e ben condotta dalla sapiente mano dei due registi: sembra di essere in una versione moderna d’una pochade di Feydeau.
Divertente osservare come Burn After Reading sia intimamente legato ad altre pellicole coeniane, per motivi sempre diversi: la forma comica e il ritmo fanno pensare allo stracult di Il grande Lebowski (The Big Lebowski , del 1998), film però ben più “squinternato” del presente, la tragica idiozia dei personaggi riporta invece all’impietoso Fargo o e, in certe sequenze, al memorabile Barton Fink (1991); infine, questa è la prima sceneggiatura originale firmata dai Coen dopo il bellissimo L’uomo che non c’era ( The Man Who Wasn’t There , 2001), considerato l’ultimo film integralmente coeniano prima dell’Oscar conseguito nello scorso marzo.
Risparmiamo l’evoluzione della trama a chi ha bisogno di non sapere “la storia”, dicendo soltanto che, nella movimentata molteplicità dei caratteri in scena, solo uno di questi vedrà coronato il proprio personale (e più futile) obiettivo. Finirà male anche per l’unico personaggio apparentemente assennato, quel Ted (l’ottimo Richard Jenkins ) che, proprietario della palestra e (non si sa perché) innamorato di Linda, finirà per cedere alla follia che lo circonda commettendo un unico, ma fatale errore.
“Non c’è salvezza”, sembrano affermare i Coen, con un ghigno satirico ben stampato sulle labbra: nessuna salvezza per un mondo completamente centrifugato tra idiozie, monomanie e la totale assenza di comunicazione vera. Impressionanti, infatti, i dialoghi tra la McDormand, Clooney e Pitt (questi ultimi due splendidamente assortiti in un duetto comico stile Scemo & + scemo) sono piccoli e disarmanti compendi di odierna cultura pop: sembrano strappati dalle riviste per signora o dalle rubriche di psicologi d’accatto e oroscopi assortiti.
Si ride, alla visione di Burn After Reading : i Coen, come in Fargo e Il grande Lebowski, mettono in campo personaggi costantemente “non all’altezza” del proprio ruolo, illustrando con cattiveria grottesca gli infiniti labirinti della stupidaggine umana e delle sue tragiche conseguenze.
E se il tanto reclamizzato mondo contemporaneo, iperripreso, ipercontrollato, non fosse nient’altro che una gigantesca bufala?
E se bastasse davvero un’oca alla soglia dei quarant’anni per mettere in crisi il sistema di intelligence dell’unica potenza rimasta?
Del resto, è pur vero che George W. Bush stava per morire strangolato inghiottendo un salatino…
Si ride, per quanto ci sia ben poco o, meglio, nulla da ridere. Del resto, la grande comicità non si esaurisce nel semplice singulto d’una risata: in questo senso, Burn After Reading si segnala, al pari delle citazioni più o meno velate presenti al suo interno (dal Cluseau dell’indimenticato Peter Sellers a certe atmosfere kubrickiane del Dottor Stranamore ), come un altro grande capitolo di quella gigantesca, folle comédie humaine cui rivolgono puntualmente lo sguardo i fratelli Coen.
I quali sembrano affidare il proprio punto di vista allo stordimento del responsabile CIA interpretato da un indimenticabile J.K. Simmons : l’ufficiale, infatti, segue lo sviluppo di tutta la storia dall’esterno (dopo tutto Malkovich è un ex agente dell’Agenzia), senza peraltro capirci niente.
“Dovremmo imparare a… non rifarlo…”, afferma, cercando di dare un senso, una morale alla vicenda. E, sconsolato, aggiunge: “Se solo sapessimo cosa…”.
da Loschermo.it
A prova di spia – Burn After Reading
Regia: Ethan Coen, Joel Coen
Sceneggiatura: Ethan Coen, Joel Coen
Musiche: Carter Burwell
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Montaggio: Ethan Coen, Joel Coen
con
Brad Pitt, Frances McDormand, George Clooney, John Malkovich, Tilda Swinton
Durata: 96 min