“Jeremy Irons al teatro del Giglio” di Maddalena Ferrari

Jeremy-Irons1Sabato 21 Marzo, nel corso di Lucca Film Festival, Jeremy Irons si presenta al teatro del Giglio gremito di gente, tra cui anche ragazzi delle scuole accompagnati dai rispettivi insegnanti, alle 11 di mattina.

Indossa jeans, camicia, gilet, stivali, foulard al collo. E’ alto, magro, distinto ed elegante nel suo abbigliamento casual.

Si siede su un divano rosso in stile con accanto la traduttrice; da una parte e dall’altra quattro intervistatori si posizionano su altrettante poltroncine.

Gli fanno delle domande; lui risponde, con la sua voce suadente, impostata con naturalezza, senza tagliare corto e senza banalizzare. Non vuole dare risposte secche, ma riflettere e comunicare. Ad un certo punto, nel corso di una risposta, si alza e avanza verso il pubblico. Non si anima molto nel parlare, ma modula voce e gesti dando loro un’espressività serena, sempre padroneggiata.

Ci dice la sua idea di arte e di artista, di attore come artista, che, anche se diretto da altri, con testi e personaggi ideati da altri, vive un processo creativo e quindi rischia; porta qualcosa di più, scavando dentro di sé e concentrando l’immaginazione su quella persona che deve porre in essere e che è altro da sé.

Attraverso l’arte l’uomo, e l’attore, si apre e comunica; si arriva a conoscere in profondità l’essere umano e si fa nascere un ponte che supera la paura e le discriminazioni.

Non si riconosce nei personaggi interpretati: non sono lui, anche se è penetrato dentro di loro al punto di assumerne anche tic e gesti involontari; non può quindi affermare una predilezione per uno di loro o per una tipologia. Non ama inoltre ripercorrere le strade battute, nonostante abbia investito in esse la sua specificità, come un pianista trae dal suo strumento le armonie nel modo che gli è proprio.

Ama “camminare su neve fresca”, lasciando le sue impronte. Irons afferma la sua identità in modo da non lasciare adito ad equivoci, ma al tempo stesso senza ostentazione, come una qualità connaturata al suo essere.

Il pubblico, che già aveva accolto calorosamente l’attore, rimane conquistato dal suo fascino, dall’eleganza, ma forse soprattutto dal suo desiderio e piacere di comunicare.


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