“Viviane” di Ronit Elkabetz e Shlomi Elkabetz

VIVIANEdi Gianni Quilici

E’ un film che grida. Un grido degli occhi ( a volte). Un grido di voce esasperata, disperata (altre volte). Un grido per gli occhi dello spettatore, perché le udienze sono tante, il luogo è sempre lo stesso tribunale, il risultato è sempre lo stesso scandito da una didascalia: dopo un mese, dopo 15 giorni, dopo tre mesi, dopo sei mesi, dopo anni. Saranno cinque alla fine.

Il marito, infatti, non vuole concedere il divorzio, nonostante che il rapporto coniugale sia assente e disastrato, ed ha il diritto della legge per rifiutarlo. Infatti in Israele il tribunale rabbinico è l’unica autorità giudiziaria in grado di sciogliere il matrimonio religioso o civile che sia e questo lo può fare solo con il consenso del marito.

Lei (non solo attrice, ma anche sceneggiatrice e regista insieme al fratello) di una bellezza severa, sottile, determinata.

Lui, il marito, sguardo fisso e ottuso nel suo proposito.

E’ un film sulla libertà, sul diritto della donna a poter scegliere. E’ un film disperato e, a tratti, paradossalmente divertente, con un tribunale religioso maschilista, moralista, sessuofobico, con un ritratto femminile di rara forza ed una galleria di testimoni straordinari e variegati, che ben rappresentano una società repressiva e oppressa.

Una fiction intensa e palpitante e scritta con tale finezza psicologica e verità da essere candidata all’Oscar come documentario.

VIVVIVIANE

Regia           Ronit Elkabetz e Shlomi Elkabetz

Sceneggiatura       Ronit Elkabetz e Shlomi Elkabetz

Fotografia   Jeanne Lapoirie

Interpreti e personaggi

Ronit Elkabetz: Viviane Amsalem

Sasson Gabai: Shimon Amsalem

Menashe Noy: Carmel Ben-Tovim

Simon Abkarian: Elijah Amsalem

Rami Danon: Rabi Danino

Roberto Pollak: Rabbi Abraham

Israele, Germania, Francia, 2014

Durata        115 min


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