Il regista aquilano ha vissuto il primo periodo post-terremoto in una tendopoli, dove ha fatto amicizia con Alessio, una volta squatter, ora agente immobiliare, e Paolo, ex proprietario di immobili diventato pittore. Racconta del tempo che passa nella sua esistenza ed in quelle degli altri due: cambiano rapporti, stati d’animo, umori e amori ancora in corso d’opera, in un contesto spaziale geografico che, dopo il trauma distruttivo, è rimasto ostinatamente devastato, anche in virtù del progetto C.A.S.E. di Berlusconi, che ha aggiunto anonimato e sradicamento ad un luogo già ferito, dove le persone non si ritrovano più.
Emiliano Dante registra e rilegge al computer ambienti e storie, seleziona e mette insieme il materiale raccolto; e ce lo racconta con commenti sconsolati, che pongono interrogativi; usa un bianco e nero più vero del vero ( il colore appare solo per pochi attimi ), profanato e distanziato da interventi grafici netti ( numeri, disegni, linee ), che scandiscono tempo e spazio e decantano l’urgenza ( auto )biografica degli eventi.
E’ un documentario che si può considerare in fieri, perché registra una situazione aperta; ed è coinvolgente, perché il vissuto, frammentariamente ed efficacemente suggerito, pur nella sua eccezionalità, con il suo carico di problematiche esistenziali e politiche, è anche il nostro.
HABITAT
regia, sceneggiatura, montaggio, musica: Emiliano Dante
fotografia: Emiliano Dante, Paolo De Felice, Valentina Soccorsi
interpreti: Alessio Di Giannantonio, Paolo De Felice, Emiliano Dante, Gemma Giuliani, Roberta Lucrezi, Valentina Soccorsi