Film difficile a farsi, per le numerose sfaccettature del personaggio Leopardi e per il confronto che inevitabilmente si stabilisce tra le scelte del regista e le conoscenze e le diverse sensibilità degli spettatori.
Mario Martone racconta una vita, con i suoi lati inquietanti e oscuri, con le sue solitudini e con l’energia inesausta di esistere e di parlare a tutti noi, nell’intento di trasmetterci un Leopardi nostro contemporaneo, come sottolineato anche dalla colonna sonora, che spazia da Rossini alla musica elettronica del tedesco Sascha Ring.
Questa biografia , che ricorre a ellissi e ad elaborazioni immaginifiche, per quanto attiene al parlato attinge ai testi leopardiani: lettere, “Zibaldone”, “Operette morali”, brani dei “Canti” ( “L’infinito” per intero ), detti da Leopardi-Elio Germano come un discorso che egli fa a sé e a tutti, meditato e interiorizzato, rispecchiando del resto l’intera interpretazione, veramente magistrale, dell’attore, nel corpo e nella voce.
Emergono nel film tre elementi della personalità del poeta: l’intellettuale, che, formatosi con puntiglio in un ambiente retrivo, ma dotato, come la biblioteca paterna, di amplissime possibilità di conoscenze e di approfondimento, venuto poi a contatto con menti illuminate, elabora una filosofia materialista pessimista e che si scontra per questo oltreché con il padre, con l’intellighenzia più o meno progressista dell’epoca, rivendicando orgogliosamente l’estraneità dell’infelicità personale alle proprie idee; il poeta, che ragiona sulla sua esperienza di sensi e affetti (la luna, la natura, il desiderio, il ricordo, l’amore…) e va oltre; il bambino-ragazzo-uomo e la sua esistenza materiale: il corpo che si deteriora, un mondo ancestrale di affetti ( il legame viscerale con il padre ), con cui dovrà troncare, l’amicizia ( su tutti, Pietro Giordani e Antonio Ranieri ), gli amori negati.
Sullo sfondo, vivono nello scorrere del tempo gli ambienti: Recanati, il luogo dell’infanzia-adolescenza e della memoria, con il palazzo avito, le strade, la campagna; Firenze, con i suoi spazi ricchi di bellezza, i salotti, gli incontri con uomini e donne di cultura; Roma, fredda e solenne; infine Napoli, brulicante di vita, di carnalità, di rischi e di misteri, sotto la minaccia incombente dell’inesorabile “Vesevo”.
Il fascino indubbio dell’opera di Martone è inficiato in parte da alcuni limiti: il fatto che gli elementi che lo compongono non risultino a volte ben collegati o amalgamati; la mancanza di necessità, o plausibilità, di certi episodi, che risultano un po’ didascalici: la storia di “Silvia”, le occasioni da cui nasce l’ispirazione poetica… Paese di produzione Italia
IL GIOVANE FAVOLOSO
Regia Mario Martone
Sceneggiatura Mario Martone Ippolita Di Majo
Produttore Carlo Degli Esposti Nicola Serra
Fotografia Renato Berta
Montaggio Jacopo Quadri
Musiche Sascha Ring
Scenografia Giancarlo Muselli
Costumi Ursula Patzak
Trucco Maurizio Silvi
Interpreti e personaggi
Elio Germano: Giacomo Leopardi
Michele Riondino: Antonio Ranieri
Massimo Popolizio: Monaldo Leopardi
Anna Mouglalis: Fanny Targioni Tozzetti
Valerio Binasco: Pietro Giordani
Paolo Graziosi: Carlo Antici
Iaia Forte: Signora Rosa
Isabella Ragonese: Paolina Leopardi
Anno 2014
Durata 137 min