Mi occupo di cinema italiano da quasi vent’anni ma non conoscevo il valore di Andrea Camerini come regista né le sue produzioni targate Grezzo Film, nonostante la stampa (locale e specializzata) spesso le avesse decantate.
Conoscevo – da lettore del Vernacoliere – Andrea Camerini autore di vignette satiriche e delle avventure molto sopra le righe di un personaggio come Il Troio. Il nome è tutto un programma. Niente sapevo delle sue vicissitudini televisive (Zelig, Striscia la notizia…) perché frequento poco il piccolo schermo che uso come monitor per vecchi film, ma anche per cercare vecchio cinema italiano su satellitare e digitale terrestre.
Devo ringraziare la Festa dell’Unità di Piombino se ho colmato una lacuna della mia cultura cinematografica e ho potuto apprezzare sequenze di Aglien, Draculo, Lezzzioni di Piano, Shining, parodie di Uomini contro donne, pubblicità in versione sarcastica con interprete una volgarissima bimba pisana e via di questo passo. Pare che alcuni di questi brevi film siano sbarcati negli Stati Uniti d’America, i bene informati parlano di Aglien, parodia di Alien che si ricorda per la celebre battuta: “Qualunque cosa sia, è uscito dalle palle!”. Gli interpreti sono seguaci del metodo Stanislavsky, sono calati alla grande nella parte, soprattutto Elisabetta Canalis come bella sciroccata che partecipa a Uomini contro donne ricopre il ruolo della sua vita. Militello non è da meno, mentre ci sorprende Carlo Monni che ha recitato con Benigni e Rossellini, qui impegnato a infilare tasti bianchi e neri nel culo di una pianista che gli disturba il sonno (da qui il titolo Lezioni di piano).
Non sono di palato fine, non sono uno – come diceva Fulci – che se non vedo mondine e partigiani dico che il film non vale niente perché non contiene messaggi politico – sociali. Tutt’altro! Sono uno che rivaluta la commedia sexy, il musicarello, il lacrima movie, persino il barzelletta – movie. Amo la comicità, l’ironia, il sarcasmo, vado pazzo per il grottesco e per l’assurdo, ma devo vederci un minimo di originalità, non solo volgarità spicciola, giustificata da una non ben definita livornesità. Se un regista gira una parodia di Shining con il protagonista butta giù la porta del bagno con l’ascia perché – colto da un attacco di diarrea – deve andare a cacare, non posso gridare al capolavoro. Se Dracula viene ucciso da una ragazza che ha fatto indigestione di cozze condite con l’aglio, non posso applaudire un genio. Sono tutte cose già viste e già dette.
Alvaro Vitali docet, basta andare a rivedersi tutta la serie dei Pierini, originali o apocrifi che fossero. Ci sono già stati gli Squallor con Arrapaho, abbiamo già visto Uccelli d’Italia, ci siamo beati a sufficienza del terrunciello interpretato da Diego Abatantuono, insomma ne abbiamo viste di tutti i colori. I filmati della Grezzo Film sono paragonabili ai lavori di Checco Zalone, ripetono vecchi cliché ormai conosciuti a memoria.
Però piacciono, proprio come i film di Zalone. Forse avranno ragione gli estimatori, che l’altra sera affollavano lo stand della Grezzo Film, disertando dibattiti politici e presentazioni di libri. Forse siamo noi i vecchi e superati critici della situazione che per ridere vanno a rivedere Pierino contro tutti o – meglio ancora – le parodie cinematografiche interpretate da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Ricordate Don Chisciotte e Sancho Panza di Grimaldi? Lo rivediamo mille volte, lo impariamo a mente, prima di riguardare una sola sequenza di Aglien. Il mondo è bello perché è vario. E a volte è meglio far parte d’una minoranza, come dice il vecchio Nanni Moretti.