“E’ un film esistenzialista” ho pensato. Un film sul “male di vivere”. Sull’impossibilità di uscire da una gabbia. La gabbia di un io che smania, ma non sa trovare un punto di mediazione tra gli inevitabili desideri e le inevitabili angosce.
C’è nel protagonista, un regista (Serge Gainsbourg), forse una ferita profonda alla radice, che non conosciamo. Sappiamo invece della morte atroce della moglie bruciata viva, lui al volante, in un incidente stradale; sentiamo la figlia 15enne (Charlotte Gainsbourg) che, per questo, lo colpevolizza; vediamo l’amore semi-incestuoso che coinvolge entrambi, padre e figlia; intravediamo i rapporti sessuali che lui ha con alcune amiche di lei; intuiamo le difficoltà a creare e la necessità di soldi.
Non è però un romanzo. E’ un film, in cui la macchina da presa si muove in spazi chiusi, poche stanze di una casa modesta, con interni dove la luce filtra appena e coglie i volti dei protagonisti in primi e primissimi piani tra chiari-scuri.
Corpi che vivono in questo universo claustrofobico, dove la parola-immagine-musica non diventa mai storia, ma rappresentazione di un flusso esistenziale.
Serge Gainsbourg recita se stesso, senza mediazioni, così almeno pare, esponendosi a nudo, anche negli aspetti più sgradevoli.
Charlotte Gainsbourg è straordinaria in un personaggio difficile, innervato da una gamma di stati d’animo frammentari: aggressiva e dolce, gelosa e innamorata, adolescente e donna.
CHARLOTTE FOR EVER
Paese di produzione Francia
Anno 1986
Durata 90 min
Regia Serge Gainsbourg
Soggetto Serge Gainsbourg
Sceneggiatura Serge Gainsbourg
Fotografia Willy Kurant
Montaggio Babeth Si Ramdane
Effetti speciali Pierre Foury
Musiche Serge Gainsbourg
Scenografia Raoul Albert
Interpreti e personaggi
Serge Gainsbourg: Stan
Charlotte Gainsbourg: Charlotte
Roland Bertin: Leon
Roland Dubillard: Herman