Di Davide Ferrario ho apprezzato (non sto a misurare l’apprezzamento) diversi film da Tutti giù per terra a Guardami, da Dopo mezzanotte a La strada di Levi.
La luna su Torino, invece, mi ha deluso e annoiato. L’ho trovato un film inutile, perché mi ha lasciato poco. Mi ha lasciato, all’inizio, soltanto quella possibile magia notturna sulla Torino per l’originalità delle inquadrature, il montaggio inventivo, la musica adeguata e quella voce fuori campo su quel 45esimo parallelo, che attraversa Torino e simbolicamente la divide tra il Polo Nord e l’Equatore, e che lasciava presagire un film originale e forse magico.
Invece questa possibile magia, quel desiderio di trovare la “leggerezza calviniana” o la pensosità leopardiana, di cui il regista ha parlato, è, a mio parere, fallita.
Ed è fallita per i personaggi banali, privi di consistenza psicologica e ideologica, né profondi, ma neppure leggeri.
Si potrebbe obiettare: Ferrario non cercava la leggerezza nella profondità, come invece, per fare due esempi recenti, sono riusciti a trovare Woody Allen in Blue Jasmine o Guillaume Gallienne in Tutto sua madre, a dare, cioè, leggerezza a dei drammi.
Davide Ferrario ha creato tre personaggi, intorno a cui ruota il film. Questi vivono una precarietà esistenziale: dei sentimenti e degli stessi propositi per il futuro, a cui qualunquisticamente sfuggono. Non ci sono in loro domande, né ricerche e neppure dramma, infelicità.
Di fronte a questo universo il regista aveva una possibilità: fare cinema.
Rendere questi personaggi parodistici cinematograficamente, giocando sul ritmo che trova la gag, sulla felicità delle battute. Trovare quella felicità, che è il messaggio dichiarato del film, non dai personaggi, ma dal film stesso, dalla sua creatività.
Invece il ritmo del film è fiacco, le battute banali, le citazioni letterarie e cinematografiche fuori contesto, il riferimento metaforico di Torino senza un plausibile senso e le sequenze virano più verso la farsa che la commedia. Peccato!
L’inizio.
A Torino, città che ci viene ricordato essere sul 45° parallelo, ovvero equidistante dal Polo Nord e l’Equatore, un universitario che lavora al bioparco e l’impiegata di un’agenzia di viaggi dalla vita sentimentale incerta, abitano nella grande casa di un amico 40enne che non ha lavorato un giorno in vita sua e campa di rendita. Insoddisfatti da ciò che hanno ma anche incapaci di immaginare una vita diversa i tre cercano di barcamenarsi. (Gabriele Niola da My movies)
LA LUNA SU TORINO
REGIA: Davide Ferrario
SCENEGGIATURA: Davide Ferrario
ATTORI: Walter Leonardi, Manuela Parodi, Eugenio Franceschini, Daria Pascal Attolini, Aldo Ottobrino, Benedetta Perego, Franco Maino, Giulia Odori, Franco Olivero, Gianni Bissaca, Stefano Scherini, Diego Casale
FOTOGRAFIA: Dante Cecchin
MONTAGGIO: Claudio Cormio
MUSICHE: Fabio Barovero
PRODUZIONE: Rossofuoco; in collaborazione con Fargo Film
DISTRIBUZIONE: Academy Two
PAESE: Italia
ANNO: 2013
DURATA: 90 Min