di Gordiano Lupi www.infol.it/lupi
Il film è un lavoro sperimentale che rappresenta un sorta di Otto e mezzo (1963) per l’autore bergamasco, che ama mettersi in discussione e andare controcorrente, visto che si dedica al cinema impegnato quando la maggior parte dei registi italiani hanno ripreso a fare cinema di genere.
Antonio è un regista in crisi creativa che ha sempre fatto cinema d’autore e adesso ha deciso di girare un film trash, una via di mezzo tra uno spaghetti western e un poliziottesco, un film dove un eroe senza macchia e senza paura prende a sonori cazzotti una coppia di improbabili rapitori. Tutto nasce da una crisi sentimentale, dopo che il regista ha trovato la moglie a letto con un’altra donna e si è separato. La vita del regista si divide tra lezioni private di tecnica cinematografica a una studentessa e alcune donne che lo tormentano perché ognuna pretende qualcosa. Un’amica sceneggiatrice vorrebbe che girasse un suo film, una giornalista esige a tutti i costi un’intervista e una lolita sbarazzina lo tenta sessualmente per ottenere una parte. Alla fine il regista comprende che l’unica donna sincera della sua vita è la studentessa che paga per avere le lezioni, decide di invitarla a cena e di troncare bruscamente con tutte le altre.
Fratter sottopone al giudizio dello spettatore alcune tipologie femminili contemporanee, approfondendo un discorso aperto con Cymbaline (2007), inserendo personaggi di donne frivole, impegnate, arriviste che tormentano un regista in crisi. A tratti il tema è autobiografico, anche se Fratter gioca a capovolgere il suo ruolo, visto che ha sempre fatto film trash e soltanto adesso gira film impegnati.
La pellicola è impregnata di citazioni cinematografiche, vediamo locandine di film appese ovunque, da Kill Bill a Quattro mosche di velluto grigio, passando per Fantasmi. È presente un chiaro omaggio al western all’italiana – vera passione di Fratter – immortalato in alcune sequenze d’epoca e omaggiato dai colpi di pistola in sottofondo.
I sogni del regista che immagina le sequenze del suo film trash sono una delle cose migliori, sia per la diversa fotografia (pellicola graffiata) che per la caratterizzazione eccessiva dei personaggi.
Una citazione particolare la merita Jill Campbell nei panni della ragazzina perversa, perfetta come lolita tentatrice che recita alcune sequenze erotiche molto piccanti. Ricorda il personaggio di Nabokov, ma anche molte interpretazioni di una Gloria Guida prima maniera, da Blue Jeans (1975) e La ragazzina (1974) di Mario Imperoli, passando per La minorenne (1974) e Peccati di gioventù (1975) di Silvio Amadio. La ragazzina si fa fotografare in pose sensuali, si concede in uno strip malizioso da rivista per soli uomini ed è protagonista di sequenze erotiche credibili. Altre buone parti erotiche vedono il regista a letto con la sceneggiatrice, che tenta con ogni mezzo di convincerlo a fare ancora film d’autore, e con la giornalista che vuole a tutti i costi l’intervista.
Fratter se la cava come attore nella parte di se stesso e non opta per la scelta felliniana dell’alter ego (Marcello Mastroianni) che dà un volto alla lacerazione interiore dell’artista. Pure in Otto e mezzo (1963) di Federico Fellini, il regista in crisi era tormentato da donne, uomini, attori, produttori, sceneggiatori, giornalisti e amici che avevano solo uno scopo: ottenere qualcosa. Antonio vive lo stesso dramma in un periodo di intensa crisi artistica nel quale ha deciso di cambiare genere e di dedicarsi al cinema trash. “A cosa servono i film d’autore? Facciamo qualche festival e tutto finisce lì. Voglio dimostrare di saper fare un film di cassetta, solo per il pubblico” dice. La voglia di cambiare deriva dai fallimenti personali e il cinema diventa lo specchio dei problemi del regista che sogna di fare un erotico esistenziale intitolato Le sexy arriviste, ma anche un porno come Le violentatrici di celluloide. Metaforiche pallottole stile western all’italiana fanno capire che Antonio ha deciso di dare un taglio con il passato. Il regista girerà il film trash e forse la protagonista sarà la ragazza più sincera, la sola che non vuole ottenere niente, ma frequenta le lezioni per imparare l’arte del cinema.
Fratter dice di questa pellicola che non riesce a ricondurla a un genere preciso, la definisce sperimentale, afferma che non è un reportage ma un film vero e proprio che tratta dei problemi odierni di un regista che vuole passare dai film d’autore al trash perché solo così si sente libero…
Vediamo cosa dice l’autore sulle pagine del suo sito internet: “Il film utilizza linguaggi differenti, a volte sembra un reportage a volte un classico film d’autore. Nelle mie intenzioni dove ci sono tagli, questi devono essere ben visibili, cioè contrariamente al linguaggio classico del cinema dove i tagli non si dovrebbero vedere, qui si devono vedere benissimo! In pratica sul taglio lo spettatore deve capire che è saltato qualcosa, è stato tolto un pezzo! Così come capita appunto nei reportage”.
Roger Fratter è un regista interessante, che consiglio di approfondire, magari partendo dai film horror e di genere della prima fase creativa. Il suo sito internet è www.rogerfratter.com.
Rapporto di un regista su alcune giovani attrici
di Roger Fratter
DVD edito e distribuito da Beat Record Company. info@beatrecords.it. www.beatrecords.it
Soggetto, sceneggiatura, montaggio: Roger Fratter
Fotografia: Lorenzo Rogan.
Musiche: Massimo Numa e Teo Usuelli.
Interpreti: Roger Fratter (Antonio Speller), Inga Sempel (Paola), Roberta Spartà (Tosca), Jill Campbell (Mara), Roberta Petroboni (la studentessa), Steve Brooks (Lorenzo), Simone Scafidi (Giordano), Silvia Brando, Barbara Ghisletti, Monica Malinowska, Laura Mancinelli, Barbara Personeni, Veronica Bonazzi, Elisabetta Mandelli, Valentina Varinelli.
Beat Record Company –