E’ una ricostruzione meticolosa di un film importante e complesso, Medea di Pasolini, attraverso una documentazione articolata: la rassegna stampa, le immagini, le interviste.
Ricostruzione meticolosa, ma senza essere pedante. Il libro, infatti, si legge come un racconto, che ricostruisce una memoria a tratti affascinante del passato, avendo di fronte a sé il presente-futuro. Per esempio la rassegna stampa è interessante, perché va oltre le recensioni e documenta anche l’evento mondano, che Medea rappresentò, causa Maria Callas, per i rotocalchi. L’apparato fotografico, in buona parte di Mario Tursi, è ingente, in parte inedito o poco visto ed è intrinseco alla ricostruzione.
Ma l’aspetto più interessante della pubblicazione sono le interviste, sia per le capacità dell’intervistatore (Mario Militello) di scavare che per la personalità degli intervistati, che al film lavorarono: l’autore della fotografia Ennio Guarnieri, l’operatore Sergio Salvati, il costumista Piero Tosi. Per chi ama il cinema nei suoi aspetti realizzativi e nei suoi protagonisti trascorsi (Visconti e De Sica, Lattuada e Lucio Fulci, Bolognini e Richard Lester…), per chi non si accontenta mai di conoscere dettagli su Pasolini regista e uomo e sulla Callas come attrice e donna c’è una miriade di riflessioni e aneddoti illuminanti da parte di tre professionisti del cinema creativi e appassionati, costantemente protesi a interrogarsi e a interrogare. Un esempio. Sergio Salvati su Pasolini:” Ciò che mi incantava ogni volta che lo vedevo era che non avesse mai tempi morti: si metteva in un angolo, sempre vicino a noi, e mentre noi parlavamo di una cosa o dell’altra, delle cose pratiche di tutti i giorni, di come iniziare l’indomani le riprese, lui, che aveva sempre con sé un’agenda o un libro da sfogliare, si metteva in disparte a leggere e, all’improvviso, anche a scrivere”
Gianni Quilici
Medea di Pasolini. Quaderni della biblioteca “Luigi Chiarini”. Centro Sperimentale di Cinematografia. 2006.