di Gianni Quilici
Un documentario su Anna Politkovskaya, sui suoi ultimi sette anni passati in prima linea nella battaglia giornalistica per la verità e la giustizia, contro il governo di Vladimir Putin, costantemente rischiando in prima persona fino a rimanere vittima di un omicidio: il 7 ottobre 2006.
E’ un documentario che va oltre il documento. Rappresenta, infatti, una situazione storica reale con gli strumenti tipici del documentario ( interviste, filmati storici come l’assedio al teatro Dubrovka nel 2002 e il massacro di Beslan nel 2004), ma trasmette pure sentimenti che sono intrinseci al documentario stesso ed anche al modo con cui la regista ha saputo sceglierli, montarli, musicarli.
Non c’è, quindi, soltanto informazione, ma comunicazione espressiva.
Volendo sintetizzare (e forzatamente separare) tre sono gli aspetti che contribuiscono a toccare e sommuovere i sentimenti.
Il primo ha come protagonista il popolo ceceno, vittima delle guerre, le cui atrocità si leggono attraverso le loro stesse parole e immagini. Sono volti che non conoscono il consumismo, volti veri senza artifici, feriti negli affetti più profondi da tragedie orribili ( figli e figlie presi, violentati, trucidati, bruciati, oppure scomparsi nel nulla), che esprimono dolore, rabbia, impotenza, ma, spesso, con una dignità ammirevole.
Il secondo aspetto, e forse soprattutto, la figura di Anna Politkovskaya, luminosa nella sua lotta irriducibile ed impari, nella sua adesione quasi simbiotica alle sofferenze e alle atrocità subite dal popolo ceceno, nella coraggiosissima determinazione di testimoniare la verità di ciò che sta succendo, sapendo lucidamente dei rischi a cui va incontro la sua vita contro un nemico potente e subdolo.
Infine la regia di Masha Novikova ha saputo amalgamare materiali diversi e dare ad essi ritmo e emozione. Nelle interviste niente chiacchiera, ma tensione. Nella lettura di frasi, estratti da articoli di Anna Politkovskaya, una voce ed una musica partecipi, che aderiscono al senso, ma senza enfasi.
Anna, 7 years on the frontline di Masha Novikova
Olanda/Russia, 2008.
Durata: 80′