Un film distante dal glamour del Lido e che merita di essere segnalato è sicuramente “Il metodo Abramovic” di Giada Colagrande, prodotto da Art +Vibes e girato lo scorso anno al Pac di Milano in occasione di un allestimento-evento curato da Diego Sileo ed Eugenio Viola e dedicato all’artista serba, star da decenni della body-art.
Presentato nelle “Giornate degli Autori”, il film nasce dalla collaborazione tra la regista e Marina Abramovic, la quale propone quel suo “metodo” che non è solo arte, ma al contempo un misto di scienza, tecnologia e spiritualità.
Un esercizio in cui tanto l’artista che gli spettatori vengono coinvolti in una pratica (di conoscenza, meditazione, ascolto del corpo) mirante ad un equilibrio psicofisico. Con il metodo della Abramovic si vedono i visitatori del Pac guidati e motivati dall’artista, chiamati ad esperire insieme a lei “ un’installazione vivente” di penetrante interattività. Artista e pubblico vivono la voce e il silenzio, la luce e l’ombra, divenendo tutt’uno in uno spazio (e in un tempo) da cui si sprigiona, senza continuità di sosta, una rinnovata energia.
Un metodo su cui sarà strutturato il Mai, il museo-palestra-cattedrale che l’Abramovic sta realizzando in un dismesso teatro di Hudson (cittadina a nord di New York ) con l’intento di mettere su una realtà creativa d’innovazione sul modello della leggendaria Bauhaus.