“Miele” di Valeria Golino

Miele-di-Valeria-Golino-5-motivi-per-vedere-il-film_h_partbdi Gianni Quilici

E’ un film buio e rabbioso, che tuttavia si apre alla luce. E’ buio, perché contempla la morte, la fine che è nella vita. E la contempla con occhi partecipi, di chi non ne è fuori. E’ rabbioso, perché esprime nella protagonista Irene-Miele (Jasmine Trinca) una rivolta psichica dolorosa più che intellettuale, sociale e politica. Una rivolta psichica e un malessere che si esprimono fisicamente nell’acqua, nelle immersioni subacquee ( ricorda la Binoche in Film blu di Kieslowski nell’impeto rabbioso, solitario e doloroso delle sue bracciate in piscina), nella camminata concitata, nelle corse in bici con la musica nelle orecchie, in un montaggio che taglia con stacchi netti, con dettagli che rompono una narratività fluida.

Ma la forza del film è la figura dell’ingegnere Grimaldi, interpretato magnificamente da Carlo Cecchi, perché si pone dialetticamente a Miele, creandole una crisi ed un allargamento nello sguardo sul mondo. Infatti l’ingegnere, contrariamente a tutti gli altri, vuole morire non perché sia malato, ma per una scelta razionale, perché la vita ha perso per lui ogni significato. (Inevitabile pensare a Lucio Magri).

E’ questa spietata razionalità, mette in crisi l’idea che di sé aveva Miele, perché la pone di fronte ad una scelta imprevista: non assistere clandestinamente malati terminali nel percorso del suicidio assistito, come finora aveva fatto, ma contribuire al suicidio di una persona in buona salute, che tuttavia decide razionalmente di morire per una sofferenza psichica insopportabile.

Il conflitto tra lei e l’ingegnere si esprime in sequenze feroci, ma tutti e due gli attori cambiano in questo rapporto. Non ci sarà, tuttavia, una catarsi salvifica, ma incontro. Il foglio di carta che Miele pone al centro del mausoleo turco di Suleiman Kamuni diventa il simbolo di una comprensione, di uno scambio, di un’accettazione reciproca.

Può sorprendere che un’attrice come Valeria Golino al suo esordio da regista sia riuscita a dominare una materia così infida ed anche come abbia diretto Jasmine Trinca, forse mai efficace come in questa pellicola.

MIELE

Regia: Valeria Golino

Interpreti:

Jasmine Trinca (Irene/Miele)

Carlo Cecchi (Ing. Carlo Grimaldi)

Valeria Bilello (Madre di Irene)

Vinicio Marchioni (Stefano)

Iaia Forte (Clelia)

Libero De Rienzo (Rocco)

Roberto De Francesco (Filippo)

Barbara Ronchi (Sandra)

Massimiliano Iacolucci (Padre di Irene)

Claudio Guain (Ennio)

Elena Callegari (Carla)

Teresa Acerbis (Madre di Lorenzo)

Jacopo Crovella (Lorenzo)

Gianluca De Gennaro (Ragazzo discoteca)

Soggetto:

Francesca Marciano

Valeria Golino

Valia Santella

Sceneggiatura:

Francesca Marciano

Valeria Golino

Valia Santella

Montaggio: Giogio’ Franchini

Costumi: Maria Rita Barbera

Scenografia: Paolo Bonfini

Fotografia: Gergely Poharnok

Durata: 96′

Paese: Italia/Francia 2013


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