Che cos’è il mare? Che cos’è l’oceano? Sono le domande (innocenti) di un bambino con cui si apre “La vita negli oceani” di Jacques Perrin e Jacques Cluzaud, uno straordinario e magico (e per questo quasi immaginario) viaggio alla scoperta di quello che pulsa negli abissi dei mari e si agita (pure forsennatamente) a pelo d’acqua .
Sulla scia di quel trattato poetico che è “Il popolo migratore” (2006), girato sempre dalla stessa coppia Perrin-Cluzaud, per realizzare questo quasi capolavoro ci sono voluti quattro anni di lavoro, cinquantotto milioni di euro, diciotto troupe di professionisti e un tour lungo i mari di tutto il mondo. “Un’avventura nelle profondità delle acque alla ricerca di altre galassie e vie lattee”, dice la voce fuori campo di Neri Marcorè, che, senza essere mai invadente, fa da guida alla scoperta di un mondo scansato dalla gravità e dove, comunque, tra i suoi abitanti (le varie specie di pesci) c’è una lotta per la sopravvivenza che non si arresta. Ma Perrin e Cluzaud filmano un universo conciliante, tant’é che il predatore si fa tutore della sua preda. E insieme sembrano perdersi nell’immensità.
Lo sguardo rispettoso ( e discreto ) della macchina da presa stringe sui primi piani, le tante specie di pesci diventano attori senza consapevolezza in una messinscena in cui esplodono colori, trame, geometrie, forme di inverosimile creatività che possono stare su una tela. Eppure è tutto realistico. E’ gran spettacolo vedere un branco di meduse che si avvicinano all’occhio della macchina da presa in un movimento quasi rallentato, oppure intercettare le contorsioni dei delfini a largo della costa o lo sciabordio impressionante generato dalle immersioni di alcuni balenotti.
“La vita negli oceani” è un gioiello di film anche per la sontuosità della colonna sonora di Bruno Coulais (aveva composta anche quella del ”Popolo Migratore”) tanto che in alcune sequenze le immagini appaiono come se fossero filmate con l’occhio-orecchio indipendente della musica. La storia degli oceani è appena iniziata, il mare (e chi lo popola) assume una dimensione onirica dove la presenza dell’uomo è solo una fugace comparsa. Eppure i mari, gli oceani sono minacciati da tempo dall’inquinamento che procura morte ed estinzione delle specie. Si domanda la voce fuori campo: dobbiamo prepararci a vivere in mondo artificiale dove i rappresentanti di ogni specie marina saranno conservati in un acquario oppure bisogna fare del mare e della terra realtà condivise da tutelare?
C’è un po’ di retorica quando Perrin e Cluzaud suggeriscono che una delle nostre speranze è salvare gli oceani e non continuare più a maltrattare la terra, ma c’è uno stupendo bagliore tutto creativo, filmico in questo documentario (premiato in tutto mondo e da alcuni giorni è uscito formato domestico per la Dvd Video ) che porta lo spettatore a viaggiare dentro spazi immensi, alla scoperta di una libertà del tutto misteriosa. E selvaggia.
La vita negli oceani (Oceans) documentario diretto da Jacques Perrin, Jacques Cluzaud e interpretato da Jacques Perrin, Lancelot Perrin. Francia 2010. Durata 103 min.