“Ascensore per il patibolo” di Louis Malle

ascensor2di Gianni Quilici

E’ uno di quei film in cui un delitto,apparentemente perfetto, per una serie di circostanze banali, determina una catena di casualità, che porteranno a situazioni tragico-grottesche fino a una inesorabile “fine”. E questa concatenazione rende di per sé palpitante il susseguirsi dei fatti.

Ascensore per il patibolo va però oltre questa palpitazione narrativa.

E’ cinema, piacere dei sensi e dello sguardo: per la bellezza figurativa della fotografia in bianco e nero, per i bellissimi PPP di Jeanne Moreau, che vaga nella notte parigina, disperata, in strade vuote tra un bistrot e l’altro; per la tromba di Miles Davis, che questa atmosfera genialmente simbolizza; per la precisione matematica del montaggio con cui si incastra questa infernale (per i protagonisti) casualità; per il protagonista (Maurice Ronet) diviso tra il calcolo cinico e la disperazione.

Ascensore per il patibolo Ascenseur pour l’échafaud

Regia Louis Malle

Soggetto      Noèl Calef (romanzo)

Sceneggiatura        Roger Nimier, Louis Malle

Fotografia   Henri Decaë

Montaggio    Léonide Azar

Musiche       Miles Davis

Interpreti e personaggi

Maurice Ronet: Julien Tavernier

Jeanne Moreau: Florence Carala

Jean Wall: Simon Carala

Georges Poujouly: Louis

Yori Bertin: Véronique

Lino Ventura: commissario Cherrier

Charles Denner: ispettore

Elga Andersen: Frieda Bencker

Paese di produzione         Francia

Anno 1958

Durata         88 min


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