di Roberto Costa
Nel buio ed inestricabile labirinto dell’incomprensione che alimenta i rapporti tra italiani e stranieri immigrati (inasprita ad arte dai media), non costituisce certo uno spiraglio di luce il film di Francesco Munzi – incursione nelle pieghe e piaghe del settentrione italiano a sua volta piuttosto confuso e incomprensibile nei suoi intenti.
Una donna della ricca borghesia è più o meno coscientemente indotta a far risalire le cause della sua insondabile ‘paura’ all’incombente e minacciosa presenza dello straniero – pronto a rubarci gioielli, piscine, comodità, sicurezze – quando i suoi incubi derivano in realtà da un altro tipo di straniero, vale a dire la sua vita familiare e sentimentale, inappellabilmente fredda e vuota. Nel frattempo un gruppetto di persone dell’altra società (alcuni rumeni e un italiano cocainomane), non meno a disagio della signora di cui sopra, aspirando al “salto di qualità” o covando facili vendette, tentano il colpo alla sua villa in collina con il favore delle tenebre. Morti, feriti, fuggiaschi e disperati saranno il resto della notte.
Munzi si muove bene in partenza, con sobrietà e giustezza di toni e una certa sapienza di intreccio di storie e personaggi. Ma dopo mezz’ora si comincia a durar fatica a comprendere dove voglia andare a parare, e infatti di lì a poco perderà il controllo dello sviluppo narrativo e delle conseguenti dinamiche psico-sociali tra le parti in gioco. Allora il film comincia a fare acqua da svariate parti, mostrando qualche incongruenza o estraneità tra i dettagli e il senso generale del racconto (si pensi al percorso degli orecchini di perla scomparsi, che da molla narrativa e segno di differenza sociale diventeranno particolare ininfluente sulla vicenda ma segno di differenza et(n?)ica, sebbene forse ad un livello inconscio di sceneggiatura e forse proprio per questo più pericoloso), appiattendosi sui soliti stereotipi (vedi la storia d’amore parallela del marito della signora) e subendo con troppa facilità il modello televisivo dilagante (la quasi totale assenza di uno stile cinematografico personale è ormai caratteristica comune e imprescindibile di molti giovani e meno giovani registi italiani attuali).
Alla fine non basterà qualche squarcio sulla desertificazione umana e urbanistica dei nostri contemporanei orizzonti a salvare il film dall’inutilità e a strappar via un solo brandello di pregiudizio dalla nostra regale ignoranza sull’argomento immigrazione.
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Il resto della notte di Francesco Munzi
interpreti: Sandra Ceccarelli, Aurélien Recoing, Stefano Cassetti, Laura Vasiliu,
Victor Cosma, Constantin Lupescu, Valentina Cervi, Susy Laude, Teresa Acerbis
Italia 2008. Durata: 100′