“Il vento e la città. Il cinema di Amir Naderi.” di Massimo Causo e Grazia Paganelli

di Gianni Quilici

Amir_Naderi_04Impressione personale: Amir Naderi è uno dei più grandi (destinato a crescere nel tempo) registi oggi viventi, perché in lui radicalità e profondità del rappresentare è insieme anche radicalità ed originalità del “come”.

Ma, fatta questa premessa, ciò che colpisce leggendo l’intervista e le testimonianza su Naderi è che la radicalità cinematografica è anche radicalità esistenziale. Naderi non è soltanto un regista estremamente “inquieto” come sono o dovrebbero essere tutti i veri creatori. E’ un regista che re-agisce contro la propria vita, quando essa potrebbe diventare “tranquilla” (successo commerciale e critico) con un coraggio ed una determinazione inconsueti, ai limiti dell’incoscienza.

Lascia nel 1986 l’Iran, dove è famoso, tagliando ogni legame anche parentale, e va a New York. Passa un periodo difficilissimo, quando si accorge che sta sprecando il suo tempo e la sua vita. “Fumavo, bevevo, stavo in giro, fino a quando ho deciso di smettere. Dovevo rischiare e tornare a mettere in gioco la mia vita e così ho cominciato ad eliminare tutto quello che mi piaceva: ho fatto una lista a cominciare proprio da mia moglie a cui ero molto legato; ho tagliato i rapporti con tutti gli amici, ho smesso di fumare, di bere, di mangiare carne(…) … Mi piace proprio l’idea di rendere possibili le cose impossibili” è una delle frasi che forse meglio lo riassume. Non è un caso, ma una filosofia, che i resoconti della realizzazione dei suoi film sono sempre delle vere avventure: faticosissime e rischiose.

Il libro è però anche la storia e l’analisi dei suoi film nel lungo e condivisibile saggio di Massimo Causio e Grazia Paganelli, negli interventi estemporanei di Enrico Ghezzi e Edoardo Bruno.

Colpisce su tutti il racconto tra critica e narrazione di Hamid Dabashi, sia nel tentativo di definire il cinema di Naderi (“una poetica di riflessione visiva”), sia nella perspicacia analitica con la quale mostra le ragioni per cui critici americani (famosi) non capiscono per niente il senso del suo cinema.

Per chi conosce un po’ il cinema di Naderi, per chi vuole immergersi in un grande cinema, che ha il coraggio di inventare nuove strade questo è un libro da leggere come un viaggio, perchè ti prende, ma non ti lascia poi al punto di partenza.

da La linea dell’occhio n. 56

Il vento e la città. Il cinema di Amir Naderi. Massimo Causo e Grazia Paganelli. Il Castoro. Pag. 164. € 18.


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