“Cinema come un’infanzia” di Marina Piperno & Luigi Faccini

di Gianni Quilici

facciniChe bel regalo si sono fatti Marina Piperno e Luigi Faccini” mi viene da pensare leggendo questo libro di oltre 300 pagine, voluminoso anche nella dimensione ; “e che regalo” aggiungo scrivendo “per chi leggendolo si trova preso da quella sensazione di flusso narrativo, che è anche concentrazione di pensiero, forza etica, desideri e propositi che dalle pagine irresistibilmente vengono!”.

E’ un regalo per gli autori stessi, perché hanno raccolto, ordinato, impaginato, ripensato e quindi ri-rappresentato la loro storia, in cui tutto (o molto) si fonde: cinema, letteratura, musica, storia pubblica e privata in due personalità “uniche” e “unite”, che denunciano, vibrano, scommettono, interagiscono rappresentando(si).

E’ un regalo per il lettore e per lo spettatore, perché l’energia che il libro emana finisce per contaminare, per sommuovere: non lascia uguali e trasmette un desiderio, almeno per quanto mi riguarda: vedere e ri-vedere i film di Faccini-Piperno, leggere i romanzi di Faccini.

Ma, insomma, che libro è “Cinema come un’infanzia”?

Non è semplicemente una guida ai testi o ai film realizzati e prodotti, corredati da critiche ed interviste. C’è questo, ma va oltre. Ciò che colpisce è l’intelligenza che lavora dentro la passione, il punto di vista sul mondo e l’urgenza di agire, non per un facile successo, ma per un senso alto della morale, attraverso la complessità e l’inesauribilità misteriosa dei linguaggi.

Forse la parola che meglio sintetizza il libro è “viaggio”, che però è inevitabilmente generica. Tutti i bei libri sono dei viaggi. Che tipo di viaggio allora? Scusatemi se utilizzo il risvolto di copertina, perché, come spesso succede, le migliori osservazioni sui libri, in qualche caso almeno, sono gli autori stessi a fornirle ed in questo libro la risposta è una sorta di prosa poetica in cui molti dei possibili sentieri sono raffigurati.

Trascrivo: “Leggetelo come un viaggio illuminato dai sogni, leggetelo come un epistolario amoroso rivolto a moltitudini sconosciute, leggetelo come romanzo storico. Leggetelo come un intreccio di passioni che, a volte, hanno trovato un approdo salvifico, leggetelo come desiderate, senza perdere di vista i sentimenti con i quali è intessuto. Ci troverete le vittorie e le sconfitte individuali, ci troverete l’Italia, ci troverete “l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione”, ci troverete la tenacia del lavoro, ci troverete l’amore per “l’altro”, ci troverete una speranza…”

Un libro da leggersi, accompagnandolo alle visioni dei film e alle letture dei libri.

Ma anche un libro da leggersi in sé per la sua forza oggettiva: le storie di vita dei due protagonisti, le interviste sul cinema di Faccini, i racconti su New York e Jerushalaim, le testimonianze di amici (Adamo Calabrese, Agostino Pirella, Mario Lunetta, Mario Soldati, don Andrea Gallo tra gli altri), la testimonianza di Marina Piperno su Zavattini, i diari di lavorazione e da ultimo, come conclusione, un SOS cultura, che tutti ci interpella: “contro il genocidio delle forme espressive nel nostro paese”, una vertenza cultura come “battaglia di democrazia, di pace e di futuro”.

da La linea dell’occhio 54

Marina Piperno&Luigi Faccini. Cinema come un’infanzia. Ippogrifo Cinema. Pag. 329. € 28,00


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