di Riccardo dalle Luche
L’interesse di questa commediola canadese è senza dubbio la sua veridicità psicopatologica; in altre parole la sceneggiatura di questa storia (che ha per protagonista uno sceneggiatore che, dopo un overdose di haschisch, si ritrova bloccato da un quadro di depressione depersonalizzata) ha tutto l’aspetto di una trasposizione da una storia vera e dice qualcosa sulla realtà del disagio mentale e dei suoi attuali modi di cura..
Psicoterapeuti in formazione, saccenti psicofarmacologi, discontrollate psicoterapeute cognitive comportamentali e presuntuose e ignoranti ricercatrici specializzate sul disturbo dimostrano tutta la loro incapacità di restituire al mummificato protagonista la sua vitalità. Neppure la ragazza che ama teneramente, ricambiato, riuscirà a cancellare i danni affettivi dell’uomo, che alcuni flash backs riconducono all’atteggiamento distaccante di madre e fratello maggiore.
In questa storia c’è tutto il paradosso dei cosiddetti “disturbi affettivi”: i sentimenti ci sono ma non si riesce a provarli. Per amore lo sceneggiatore sarà dunque costretto a lasciarla, ma solo provvisoriamente. Almeno questa relazione non viene distrutta dalla malattia e per i due si apre un futuro, sebbene non si sappia quale.
Con “Numb”. Letteralmente “insensibile, intorpidito, intirizzito, offuscato”, titolo decisamente più serio di quello, farsesco, italiano, lo psicocinema diventa definitivamente un genere; per ogni disturbo c’è la possibilità di un’esemplificazione, e non è difficile inventarsi una sceneggiatura, soprattutto se chi la scrive è personalmente passato dalle porte d’avorio e di corno della sofferenza mentale.
IL DEPRESSO INNAMORATO (“NUMB”)
di Harris Goldberg
con Matthew Perry, Lynn Collins, Kevin Pollak.
Canada, USA, 2007, durata 93′