di Gianni Quilici
Un documentario-film emozionante. E’ l’aggettivo con cui istintivamente definirei “Into the Abyss” di Herzog. Perché tutta la pellicola è condotta sul filo di un sentimento, un sentimento di dolore. A volte lancinante, senza alcuna speranza.
Il fatto: giugno 2010, Werner Herzog si trova nel braccio della morte con un giovane, Michael Perry, otto giorni prima della data fissata per la sua esecuzione. Dieci anni prima nel Texas, questo ragazzo, allora giovanissimo, con un coetaneo, Iason Burkett, nel tentativo di rubare una macchina, uccidono tre persone. Michael viene condannato alla pena capitale, l’altro all’ergastolo.
Herzog ricostruisce il delitto, ci mostra i filmati della polizia, intervista familiari e amici, sia delle vittime che degli assassini, raccoglie le testimonianze del cappellano del carcere e della guardia carceraria, colpita da un colasso nervoso, e licenziatosi, dopo aver assistito a oltre cento esecuzioni.
L’emozione, di cui il film è tessuto, nasce da questi incontri, dalle loro parole, dai loro racconti, dal loro volto, dai loro occhi. Perché nessuno di loro -vittime o (se così si può dire) carnefici- semplicemente ci informa. Tutti vivono e trasmettono un sentimento di strazio, di sofferenza, di impotenza, di perdita, di nostalgia, perfino (alla fine) di una qualche speranza.
Da qui un’emozione continua, per ciò che si capisce: vite abbandonate, sprecate, vite difficili; ragazzi senza famiglia, senza una guida, senza lavoro, alla ricerca di identità forti, suppletive; genitori, a loro volta, sbandati, in carcere, o assenti.
Ma anche per ciò che si intravede: una piramide, che passa attraverso le generazioni, di povertà e di ingiustizia, che rimanda a responsabilità della struttura sociale e di chi la governa.
Herzog non assolve, ne’ condanna. Mostra. Dice all’inizio a Michael Perry:
“Ho l’impressione che il destino ti abbia dato delle pessime carte. Questo non ti discolpa, e quando ti parlo non necessariamente significa che tu mi debba piacere, ma io ti rispetto e tu sei un essere umano, e io penso che gli esseri umani non debbano essere giustiziati”.
Il ruolo che Herzog si assume è fare domande, lasciare spazi di silenzio, che scavino, mostrando il fondo dei fatti e degli esseri umani che ne sono entrati in contatto. La forza del film è in questo proposito, che riesce: appaiono ai nostri occhi, i protagonisti, quasi nudi, senza difese, nella loro umanità. L’uso della musica è in armonia con i contenuti: drammatico, ma senza quell’emotività che ti vuole travolgere.
INTO THE ABYSS
Diretto da Werner Herzog
Scritto da Werner Herzog
Narrato da Werner Herzog
Protagonisti Werner Herzog
Michael Perry
Jason Burkett
Musiche di Mark Degli Antoni
Montaggio di Joe Bini
Werner Herzog Filmproduktion
Distribuito da IFC Films
USA 2011
Durata 105 minuti