di Gianni Quilici
E’ uno di quei libri di circostanza che nascono occasionalmente per raccogliere dettagli di questo o quell’autore importante. Qui l’autore è Gilles Deleuze, l’occasione una conferenza e due interviste sul rapporto cinema/filosofia, la casa editrice “Cronopio”, specializzata nel raccogliere piccole “chicche”.
Ad una prima impressione Deleuze sembra porsi domande quasi ingenue e un po’ sofistiche. E’ solo un’impressione veloce: Deleuze è un concatenatore di ragionamenti: dice e si chiede perché, per poi chiedersi il perché del perché, in modo da formare concatenazioni di ragionamenti sia verticali, di approfondimento specifico, che orizzontali, di legami logici con altre discipline.
Ad un certo momento la sensazione più forte (dal sottoscritto) avuta è di essere invitati ad un banchetto molto di idee: idee idee cinematoigrafiche, filosofiche, estetiche con orizzonti molto aperti, in cui chiunque si può servire: utilizzare, contestare, chiarire, aggiungere, allargare.
Numerosi sono gli spunti che mette in circolo: cosa vuol dire avere un’idea in generale e cinematografica in particolare? Qual è il rapporto tra cinema e cervello? E’ possibile una classificazione nel cinema? Che rapporto esiste tra cinema commerciale e cinema d’autore?…
Libro ideale, sicuramente, per chi non ha il tempo, ne’ ancora gli strumenti per leggere le sue opere più impegnative, anche cinematografiche .
da La linea dell’occhio 55
Che cos’è l’atto di creazione? di Gilles Deleuze, 64 pagine. 2003 Cronopio € 7,00