di Maddalena Ferrari
Ho letto su “Il Fatto Quotidiano” la bella recensione di Gianni Canova sull’ultimo film di Cronenberg, che fa piazza pulita dei suoi detrattori e mette in risalto il messaggio del regista: la psicoanalisi come contagio e come mutazione (dal corpo alla parola), come “pratica discorsiva”: di qui la verbosità di A Dangerous Method, opera rarefatta e metaforica, in continuità con la filmografia dell’autore.
Il discorso è avvincente, sennonché mi sembra un tantino avulso dalla pellicola in oggetto.
Si possono dare per buone le intenzioni del regista, visti i suoi precedenti, ma forse sarebbero da accertare meglio, considerati i risultati. In realtà in quest’ultimo Cronenberg mi sembrano emergere limiti, che, se non mancano in altri film, hanno qui il sopravvento.
Innanzitutto una certa cerebralità. Poi la linearità del racconto, inserito in un ricostruzione storica molto curata, così aderente alle vicende che non riesce ad andare oltre e le illustra minuziosamente, con tanto di didascalie finali, che danno ragguagli sul futuro dei tre protagonisti. In tale contesto, le parole, dette, scritte, lette, mostrate, portano, più che a pensare, a informare, o a richiamare informazioni già possedute.
Caso mai, esse, quanto più arditamente scavano in profondità e catturano il corpo e la sessualità, tanto più stridono con la levigatezza patinata delle forme borghesi, bene incarnate dai personaggi di Jung e della moglie. Soprattutto lui, così ordinato, preciso, inespressivo. Sabina Spielrein e Sigmund Freud, invece, hanno ruoli molto funzionali, con poco spessore sia psicologico che simbolico.
Regia: David Cronenberg / Sceneggiatura: Christopher Hampton, tratto dal testo teatrale The Talking Cure di Christopher Hampton, ispirato al libro A Most Dangerous Method di John Kerr / Fotografia: Peter Suschitzky / Montaggio: Roald Sanders / Scenografie: James McAteer / Musica: Howard Shore / Interpreti: Keira Knightley, Viggo Mortensen, Michael Fassbender, Vincent Cassel / Produzione: Record Picture Company / Distribuzione: BIM / Paese: USA, 2011 / 99 minuti