“Carlo Levi -Miele di Lucania” di Domenico Notarangelo

di Mimmo Mastrangelo

Carlo-Levi-con-ragazzi-di-alianoCompagni, cari amici, lavoratori emigranti d’Italia, io non sono venuto qui a farvi un discorso da oratore, ma debbo dirvi che parlare con voi, ascoltarvi, è sempre un grande momento della mia vita…”.

Così inizia un intervento tenuto nel Cinema Nuovo di Grassano (Matera) il 10 maggio del 1970 da Carlo Levi nell’ambito di un convegno sull’emigrazione. Quel discorso di circa tre quarti d’ora fu registrato su un nastro magnetico del tempo ed oggi, sicuramente dopo un intervento di pulitura del rullo, lo si può ascoltare per intero in ”Miele di Lucania”, un docu-film a firma del giornalista e fotografo materano (ma ha origini pugliesi) Domenico Notarangelo che a Levi lo legò una forte amicizia e stima.

A Grassano Levi ritorna in quel maggio del 70’ per presentare la Filef (Federazione Italiana degli Emigranti e delle Famiglie), darle un’impronta del tutto popolare, promuoverla in strumento di presa di coscienza, in osservatorio di un fenomeno (l’emigrazione) non più subito passivamente, non più vissuto nello status di esiliati ma da protagonisti. Protagonisti (gli emigranti) del proprio destino.

Carlo Levi fa un discorso appassionato, ricco di argomentazioni e suggestioni, intreccia il filo dei ricordi, ritorna più volte all’esperienza vissuta in terra di Lucania da confinato trentacinque anni prima (“La mia vita è cambiata venendo qui e quello che sono stato dopo non era più quello ch’ero. E questo lo debbo a voi, lo debbo all’amicizia e al contatto e alla fraternità ch’è nata allora fra voi e me, fra me e voi”), cita l’ amico fraterno Rocco Scotellaro, legge sue poesie, critica il governo democristiano di Mariano Rumor perché carente di una prospettiva riformista che lo limita a considerare l’emigrazione il “centro organico dei problemi”, pronostica un tipo di migrazione del futuro per cui gli uomini, le famiglie possano sentirsi artefici di una Europa aperta e popolare.

In “Miele di Lucania” la voce briosa ed accattivante di Levi si adagia inizialmente ad un correlato di immagini fisse, che mette insieme fotografie e ritagli dalle opere pittoriche leviane, poi, quando irrompe il girato in super8 di Domenico Notarangelo sui funerali di Levi ad Aliano nel gennaio del 1975, il discorso di Grassano diventa una sorta di stabat-mater, le parole ben scandite di Levi si depositano sulle tante facce degli alianesi ( e non solo), i quali esprimono con compostezza il cordoglio al “poeta” che ha fatto conoscere nel mondo tramite le pagine del “Cristo” la loro disagiata condizione sociale, la loro storia di perdenti, la loro umana dignità.

Dal filmato di Notarangelo si riconoscono i volti del sindaco di Aliano Maria Santomassimo, del dottore Rocco Mazzarone, del vice sindaco di Torino, del padre del repubblica dei Piani di Sottani, Michele Mulieri, del senatore Gelasio Adamoli, dell’onorevole Angelo Sanza, ma tra la folla prevale su tutti il corpo minuto di Luisa Levi, l’anziana donna che non raccoglie lacrime ma si dona soli in sorrisi, fiera, forse, per aver riconsegnato l’amato fratello ai suoi contadini, al paesaggio lunare dei calanchi, alla fossa del bersagliere.

Un documento filmico davvero unico che si allega al volume uscito per Calice Editori “Da Carlo Levi a Franco Rosi” in cui Domenico Notarangelo ritesse i fili del legame che ebbe con Levi e il regista napoletano il quale nel 1978 girò (tra Craco, Aliano, Guardia Perticara) il “Cristo” con un introspettivo e sommesso Gian Maria Volonté. In quel film, in cui Franco Rosi mette la sordina alla dimensione antropologica e l’accento sulla condizione sociale e politica, Notarangelo venne chiamato per curare gli arredi di alcuni interni.

Carlo-Levi-con-ragazzi-di-aliano“CARLO LEVI-MIELE DI LUCANIA” docu-film di DOMENICO NOTARANGELO. Allegato al volume “DA CARLO LEVI A FRANCO ROSI” .CALICE EDITORI.


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