“Carnage” di Roman Polanski


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di Simona Cappellini

Due coppie della medio-alta borghesia di New York. Un incontro apparentemente civile e garbato per chiarire uno spiacevole episodio in seguito ad uno scontro tra i figli. Un crescendo di tensione che degenera in un massacro di parole.

Tratto dall’opera “Il Dio della carneficina” di Yasmina Reza, Carnage è l’esilarante e riuscita commedia di Roman Polanski, presentata da poco a Venezia.

L’intento del regista, così come quello dell’autrice, è probabilmente quello di vivisezionare il borghese composto e civilizzato, per svelarne gli anfratti più brutali, le sfumature burlesche, le contraddizioni e le ipocrisie perbeniste che ricoprono un ego frustrato e infelice. L’interno borghese si trasforma così in una gabbia, dove “animali” da salotto si sbranano a vicenda con dialoghi sempre sul filo del rasoio che mantengono costantemente alta l’attenzione dello spettatore. Colpi di scena e pennellate di humour sempre più bizzarro dipingono poco a poco un ambiente sconveniente e malsano, dove quattro prototipi borghesi intrappolati in un gioco di società si trasformano vicendevolmente da vittime in carnefici, iniziando col contestare accuse malcelate e finendo per massacrare – oltre a loro stessi – ideali buonisti, valori ed etica, sentimenti e dignità, fino a mettere in discussione rapporti interpersonali, educazione e pacifica convivenza.

Cinico e provocatore Polanski confeziona una perfetta regia dove è però la forma – oltre alla straordinaria performance degli attori – a costituire la vera riuscita del film. I tempi scanditi alla perfezione, una ricca gamma di toni e sottotoni espressivi, la maestria nell’uso del campo corto fanno di Carnage un film dalla regia raffinata.

Impossibile però non paragonare questa pièce a La morte e la fanciulla, con altrettanti eccellenti Ben Kingsley e Sigourney Weaver, in cui Polanski consegna un’egregia conversione di un’opera teatrale in un film a 360 gradi, dove il gioco delle parti – ancora vittime e carnefici – assume uno spessore molto più ampio, coniugando al meglio intrattenimento e impegno e andando in profondità anche nell’analisi di scomodi risvolti psicologici.

Se Carnage vuole sicuramente essere un film più leggero, caratteristica che ne determina anche i pregi, rischia però di sfumare in approssimazione e superficialità nel trattare tematiche in cui è impossibile non sentirsi presi in causa, mancando un’occasione di riflessione anziché imbattersi in un semplice specchio in controluce.

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Regia: Roman Polanski

Cast: Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly

Nazione: Francia, Germania, Polonia, Spagna

Anno: 2011

Durata:79’

Sito ufficiale: http://www.sonyclassics.com/carnage/


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