di Mimmo Mastrangelo
Sei artigiani che hanno imparato senza scuola, come si faceva un tempo, guardando e rubando il mestiere ai loro sovra-posti. Sei bravi professionisti di un cinema italiano di prima classe, dai grandi nomi ed oggi quasi del tutto estinto. Sono i direttori della fotografia Daniele Nannuzzi, Federico Del Zoppo e Peppe Berardini, l’operatore di macchina Nino Cristiani, l’organizzazione della produzione Lucio Trentini e il fotografo di scena Mario Tursi. Si conoscono – diciamo così – da sempre e sono accomunati dal piacere, orgoglio, “gloria” di aver lavorato giovanissimi con Luchino Visconti.
Sono loro gli “angeli” della grande famiglia del regista milanese ai quali Silvia Giuletti, insieme a Barbara Iannarilli e Giuseppe Maria Galeone, ha dedicato un documentario tratteggiato di ricordi, racconti, aneddoti, “leggende” e sulla cui scia si può ritrovare non soltanto il Luchino Visconti (Milano 1906, Roma 1976) che ha segnato coi suoi magnifici affreschi il rinnovamento del cinema italiano, ma pure un Visconti dentro-fuori dal set, così misterioso ed affascinante, esigente e generoso.
“Gli angeli nascosti di Luchino Visconti” è un lavoro di qualche anno fa e che la Feltrinelli l’ha voluto catalogare nella sua collana in dvd Real Cinema, un’opera montata seguendo delle definite scansioni, in cui i primi interventi dei protagonisti sono rivolti a far conoscere allo spettatore le loro prime esperienze nel mondo del cinema.
Poi Berardini, Del Zoppo Nannuzzi e gli altri srotolano la pellicola dei propri ricordi, raccontano gli incontri con il regista di “Rocco e i suoi fratelli” e le circostanze che li portarono a lavorare con lui. Luchino Visconti si sa era un autore costantemente alla ricerca di propria identità, geniale nel saper coniugare melodramma e realismo, ma dal documentario della Giuletti entra in scena il Visconti meticoloso , che seguiva tignosamente tutte le fasi della lavorazione di una produzione e arrivava sul set già sapendo le scene da girare in una giornata.
I set Visconti li investiva di un atmosfera di ghiaccio, ma era lui stesso a romperla con i suoi modi garbati e signorili. Un signore era Visconti, un vero padre per tutti, ma da tutti, attori compresi, non giustificava distrazioni o defaillance. “Non ammetteva il divismo – ricorda Daniele Nannuzzi – quando un attore andava davanti alla macchina doveva essere completamente a sua disposizione, fisicamente e mentalmente, non approvava la stanchezza, se attore recitava male il copione si offendeva”.
Le sei figure che la regista Silvia Giuletti ha voluto per il suo film si assommano nell’unica (e se vogliamo inedita) testimonianza che ritrae un Luchino Visconti bello da rivedere anche attraverso la carrellata di negativi rigorosamente in bianco e nero che fa da stacco-ripresa al parlato. I delicati e magnetici brani (“Transiti”, “Di ritorno” dell’album “Rotte distratte” firmato dal compositore lucano Rocco De Rosa – inoltre – danno al documentario un ricciolo di poesia, nonché iil tocco giusto di una sinfonia in cui sarebbe stato risucchiato pure il finissimo gusto (ed orecchio) di Visconti.
Il film è dedicato al maestro e direttore della fotografia Armando Nannuzzi (1925-2001) che con Visconti girò “Vaghe stelle dell’Orsa” (1965), “La caduta degli Dei”(1969), Ludwig (1972).
GLI ANGELI NASCOSTI DI LUCHINO VISCONTI
di Silvia Giulietti
Fotografia
Mario Tursi
Musiche
Rocco De Rosa
Riprese
Barbara Fantini
Montaggio
Silvia Giulietti
DUR 55,00 min
Versione DVD nella collana DVD REAL CINEMA della Feltrinelli Arrangiamenti del compositore lucano Rocco De Rosa.