“Tamara Drew “ di Stephen Frears


di Gianni Quilici

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Commedia d’autore dal fumetto di Posy Simmonds. Il regista, al di sopra dei personaggi, li combina scombinandoli, divertendosi e divertendoci, qualche volta facendo coincidere comicità e tragedia, black comedy, che va oltre il tradizionale humour britannico. Per lo più, però, è film parodistico. Quasi tutti i personaggi vivono sul filo della parodia.

Così troviamo lo scrittore di successo narcisista e infatuato dalle giovani ragazze, ma nel profondo debole e opportunista, possessivo e, all’occasione, cattivo; la moglie di lui casalinga, servizievole e ingannata, le cui esplosioni di gelosia rivelano fragilità; le ragazzine del villaggio infatuate (soprattutto, una di queste) fino ad un’identificazione, da modello consumistico, con il batterista di successo; il batterista elettrico e metropolitano e così via.

Solo Tamara (Gemma Aterton), che rifacendosi il brutto naso, è diventata desiderabilissimo polo di attrazione maschile, e il suo ex amoroso, rimasto legato alla cultura contadina, ed anche lo storico-critico, che non riesce a scrivere il suo libro su Thomas Hardy, sono autentici o comunque senza maschere.

Stephen Frears è leggero e sottile nel creare una girandola di equivoci e di inganni, intelaiandoli in dialoghi veloci e essenziali e in un felicissimo montaggio. La morte dello scrittore di successo, sfracellato da una mandria di bovini al galoppo impazziti, inseguiti dal cane inferocito del batterista, è il culmine di una sequenza in cui tragedia e comicità si fondono in una irresistibile sghignazzata.

Il lieto fine, con amori nuovi e più veri che sorgono dalle “macerie esistenziali”, è la spia del limite del film. Frears in “Tamara Drewe “ si dimostra, infatti, maestro nel parodiare; non lo è invece nell’approfondire. I personaggi positivi del film, infatti, sono poco più di figure convenzionali, senza profondità, ne’ tratti di originalità.

Però a Frears interessa forse poco questo aspetto. Le immagini finali del film sono, difatti, una nuova sghignazzata, di chi è distante da quel mondo apparentemente ancora pre-industriale: riposante e aulico, alla Ivory. Il cane del batterista è stato ucciso da una fucilata, mentre inseguiva la mandria. Vediamo il batterista in lacrime ai piedi della tomba del cane, con la ragazzina infatuata che lo abbraccia, assumendo le tipiche pose mutuate da riviste giovanilistiche, mentre l’amica-complice, strizzandole l’occhio ridente, scatta una foto dietro l’altra.

TAMARA DREWE

REGIA Stephen Frears

INTERPRETI: Gemma Arterton, Roger Allam, Bill Camp, Dominic Cooper, Luke Evans

SCENEGGIATURA Moira Buffini

FOTOGRAFIA Ben Davis

MONTAGGIO Mick Audsley

SCENOGRAFIA Alan MacDonald CAST Gemma Arterton, Roger Allam, Bill Camp, Dominic Cooper, Luke Evans, Tamsin Greig, Jessica Barden Distribuzione: BIM Distribution

Durata: 111′

Origine: UK, 2010


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