di Maddalena Ferrari
E’ un film su Napoli, crogiuolo di civiltà e culture; una storia di invasioni che l’hanno depredata, (l’ultima, quella degli americani nel ’43 ), di calamità che l’hanno depauperata, di malavita che l’ha ferita, ma anche di immarcescibile vitalità, che ha sempre avuto modo di farsi largo, di venire alla luce; una civiltà di contaminazioni, che si mescolano felicemente, soprattutto nella musica: Spagna, Maghreb, America, tradizione autoctona. Tutto è antico e moderno, i tempi storici si intersecano in un tumultuoso presente.
Turturro ha realizzato la sua opera tra il documentario e il musical, usando filmati d’epoca , documenti della storia della città e testimonianze del suo malessere, persino un’intervista a Raffaele Cutolo, e brani di spettacolo, insieme al girato originale; per quest’ultimo si è avvalso di grandi performers, lasciati liberi nella loro messa in scena, ed ha scelto i luoghi dell’azione tra lo splendore delle architetture, la vivezza e la luminosità dei colori e il degrado dell’abbandono e della miseria.
Ed ecco allora il caposcuola del canto melodico Sergio Bruni, la sensualità di un Massimo Ranieri poco più che ragazzo, una fascinosa Angela Luce, uno strepitoso Renato Carosone in un assolo al pianoforte incontrarsi con il Massimo Ranieri attuale, che canta e recita con Lina Sastri “Malafemmena”, la modernità che guarda al passato degli Avion Travel, la voce e il corpo selvaggi di Pietra Montecorvino e soprattutto la sceneggiata di Peppe Barra, impareggiabile attore-cantante, che è in grado di rappresentare tutto un mondo, tutta una lunga storia.
Turturro si è avvicinato alla città con passione, che ha voluto dire rispetto, curiosità, attenzione al passato e al presente, serietà ed anche ironia ed autoironia: dopo essersi chiesto: “Ma a Napoli c’è il petrolio?”, il regista si lascia trascinare in una scapigliata e divertente azione-balletto di “Caravan petrol” con Fiorello protagonista.
La passione è il suo innamoramento per Napoli, che è a sua volta passione per eccellenza: trasporto sentimentale ( storie d’amore, di sesso, di tradimento, d’infelicità) e sofferenza.
PASSIONE
Regia: John Turturro
Soggetto, sceneggiatura: John Turturro, Federico Vacalebre, da un’idea di Carlo Macchitella
Interpreti:
Carmela (Mina); Vesuvio (Spakka – Neapolis 55); Era de maggio (Avion Travel e Misia); I te vurria vasa’ (Valentina); Dicitencello vuie (Riccardo Ciccarelli); Malafemmena (Massimo Ranieri e Lina Sastri); Maruzzella (Gennaro Cosmo Parlato); Comme facette mammeta (Pietra Montecorvino); Antica ninna nanna partenope (Don Alfonzo); O sole mio (Sergio bruni, Massimo Ranieri, M’Barka Ben Taleb); Bammenella (Angela Luce); Don Raffae (Peppe Barra); Passione (James Senese); Nun te scurda’ (Almamegretta, Raiz, Pietra Montecorvino, M’Barka Ben Taleb), Tammurriata nera (Peppe Barra, Max Casella, M’Barka Ben Taleb); Pistol Packing Mama (Al Dexter & His Troopers), Catari’ (Fausto Cigliano), Caravan Petrol (Fiorello, Max Casella, John Turturro); A Vucchella (Enrico Caruso); Marechiare (Fernando De Lucia); Faccia Gialla (Enzo Avitabile, Bottari, Scorribanda); Canto delle lavandaie del Vomero; Dove sta Zazà (Pietra Montecorvino, Max Casella); Indifferentemente (Misia); Sangh’e (James Senese); Napul’è (Pino Daniele).
Fotografia: Marco Pontecorvo
Montaggio: Simona Paggi
Scenografia: Lino Fiorito
Costumi: Alessandro Gaudioso
Coreografia: Giuà (John Turturro)
Durata: 90 minuti
Italia/USA, 2010
mmmm
non l’ho visto, sinceramente in questo momento un altro film su napoli, per di più col musicol con sceneggiata/e…non mi “appassiona”
Sono d’accordo. Io che malauguratamente ho vissuto, anche se per poco, la Napoli degli inizi ‘5o, mi sono emozionato tantissimo da percepire le lacrime agli occhi. Ho ritrovato lo spirito di quella città che probabilmente oggi è sparito. Mi ero innamorato di Napoli da rimanere emozionato quando transitavo in quei meandri pittoreschi e ambigui. Probabilmente era un film tutto sommato facile, ma per me Torturro ha raggiunto il suo scopo.
Come Simona, l’ho trovato pieno di ovvietà e stereotipi, ma sopattutto noioso. Certoa molti è piaciuto molto e va bene così: viva la diversità.
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Simona Cappellini said,
Febbraio 8, 2011 @ 11:00L’ho trovato un percorso superficiale e senza un ordine, che tende a sottolineare solo l’aspetto leggero e gioioso – sicuramente vivo, ma sicuramente non unico – di una Napoli un pò stereotipata. Un abbozzo sulla tavoletta, colorito e istintivo, ma che non da adito a riflessioni.