di Maddalena Ferrari
La giuria del 28° Torino film festival ha assegnato il premio come migliore opera in concorso a questo buon film “di una volta”, fra il thriller e l’avventuroso, scegliendone anche l’attrice protagonista, Jennifer Lawrence, come migliore interprete.
E’ un racconto robusto e serrato, tratto da un romanzo di Daniel Woondrell, ambientato tra i monti del Missouri, dove vive una società di uomini e donne, che lottano per la sopravvivenza, in mezzo ad una natura ostile, e che appaiono disorientati ed inermi di fronte alla disgregazione imposta dall’avanzare di una delinquenza organizzata e dalla “modernità” ed ormai prevaricante sulle radici della tradizione.
La storia è quella di una ragazza diciassettenne, con un padre in fuga, ricercato dalla polizia, una madre completamente abulica e due fratellini da accudire, da far vivere il più possibile nella normalità: il cibo, sempre più difficile da reperire, la casa, l’affetto, le lezioni di vita…
Pesa su Ree Dolly la pesante materialità del vivere quotidiano, che si fa quasi insostenibile, quando essa è costretta a cercare il padre, pena la perdita della casa e del magro terreno che la circonda.
In questa odissea che la giovane deve intraprendere, la durezza e la crudeltà dei rapporti sociali lascia filtrare qualche fragile e a volte velleitario slancio di solidarietà femminile, ma anche questo mondo è inquinato dal rigore delle regole di un vivere civile, connotato da malaffare, anarchia e violenza.
I nodi si sciolgono, sia pure traumaticamente, nella parte finale del film, dove certi legami di sangue e di lealtà sembrano avere il sopravvento, stemperando così l’ansia, il raccapriccio dominanti nell’intera storia.
Il taglio della narrazione, tesa e avvincente, l’ambientazione sporca e sconnessa, l’atmosfera fredda hanno un impatto forte con l’immaginario e l’emotività dello spettatore; ma forse l’aspetto più convincente del film consiste nella scelta e nella direzione degli attori, che delineano personaggi dai corpi e dai volti segnati dalla fatica e dalla sofferenza; tra di loro emerge l’interpretazione della protagonista, bel ritratto di giovane donna ferita, rimasta tuttavia pulita e determinata.
WINTER’S BONE
regia: Debra Granik
sceneggiatura: Debra Granik, Anne Rosellini
interpreti: Jennifer Lawrence, John Hawkes, Kevin Breznahan, Dale Dickey, Garret Dillahunt, Sheryl Lee, Lauren Sweetser, Tate Taylor.
Durata: 100 minuti
Nazione: Usa
Mary said,
Marzo 29, 2011 @ 20:15Tra tanta miseria, delinquenza mafiosa…risulta credibile una diciassettenne che riesce a farcela da sola, con tanta determinazione ?
Cmq un bel personaggio in un contesto terribile