di Peppe De Angelis
La critica di Silvia De Gennaro alla società contemporanea è sottile, dolce e segue un percorso a ritroso. Non attacca ferocemente il fenomeno dei reality partendo da essi, anzi, da questi prende solo in prestito il linguaggio di un provino. Venire al mondo oggi è il naturale passaggio per essere tassello della società dei “Reality”. Per la De Gennaro la vita è intesa come “Reality” delle anime, che fuggono dalla monotonia eterna e dall’anonimato cui sono condannate.
L’efficacia del messaggio scaturisce dall’apparente semplicità delle tecniche che la video artista impiega, in quanto sembra avvalersi soltanto di un primo piano fisso: volto di bambina (la sua anima) con ali da angelo, che fluttuando in un limbo prenatale, attende la definitiva consacrazione alla celebrità della vita terrena. Il monologo, che in modo imbarazzato e ansioso recita, è il provino da superare per essere concepita e selezionata nella “Reality vita”.
In realtà Silvia De Gennaro combina tra loro diversi linguaggi. Musica ossessiva da pubblicità progresso anni ottanta, voci fuori campo, disturbi sonori e visivi, manipolazione vocale, immagini scosse da movimenti di macchina; così la regista ripropone con straordinaria efficacia e originalità le ansie di lunghe attese per il concepimento nella vita. Suoni e disturbo vocale filtrano il non visto, svelando l’origine della strada che seguirà l’anima per venire al mondo. La perdita finale delle ali e il ritorno alla fase germinale preparano la prescelta, o selezionata, alla breve terrena e banale, ma pur sempre emozionante imperfezione della vita.
Reality
Regia Silvia De Gennaro
Fotografia Silvia De Gennaro
Montaggio Silvia De Gennaro
Interpreti Muriel De Gennaro
Italia 2007. Dur: 4′.