di Maddalena Ferrari
Il disegno vivido e palpitante di Simone Massi, una sua costante cifra stilistica, ci trasporta in un viaggio-volo della memoria: l’infanzia, il tempo, una ferita; gli sguardi, che, pur di figure diverse, sono un unico sguardo, quello del ragazzo, intenso, interrogativo, addolorato, forse. Il ricordo di un cane, quel cane che, invecchiato, finisce sotto il colpo di un fucile da caccia, è tutt’uno con la percezione memoriale soggettiva dei cani, che vivono (hanno vissuto) la stessa esperienza ambientale e sociale dell’io narrante: il profilo tondeggiante della collina, i campi, gli alberi; il contadino con la falce e poi la casa, il fienile, le porte…Il ragazzo corre via, nasconde il volto nel braccio piegato; e ancora via, a trovare rifugio sotto le gonne protettrici di una figura materna.
Lo sguardo aereo penetra nelle cose, che si metamorfizzano, in un continuo mutamento di scenari, nel flusso associativo della coscienza.
E’ anche un gioco di stupefazione e di magia, dove il desiderio, la paura, il bisogno di sicurezza creano un mondo che si sovrappone alla realtà. Una realtà ambientale e sociale dove l’autore ha un viscerale radicamento e che però egli è in grado di osservare e capire da una distanza data dagli anni trascorsi e dalla ricchezza di una rielaborazione psicologica, culturale e artistica.
LA MEMORIA DEI CANI
Regia Simone Massi
Soggetto Simone Massi
Sceneggiatura Simone Massi
Fotografia Simone Massi
Montaggio Simone Massi
Musica Musicfeel & Stefano Sasso
Produzione Simone Massi
Distribuzione SACREBLEU PRODUCTIONS