di Nino Muzzi
Io non ho capito due cose di questo film…La prima…per quale motivo l’attore, già cieco da molti anni e quindi abituato al suo stato di cecità, quando il figlio di Ernesto suona alla sua porta si metta a “guardare” dallo spioncino e la seconda cosa…per quale motivo le foto nel cottage di Lanzarote siano tutte lacerate e buttate nel cestino-
Penso che il gesto di “guardare” nello spioncino sia cosí connaturato che avviene automaticamente –
Anche dopo 14 anni di cecità?
Boh, secondo me può essere anche un “pentimento”, come in pittura, quando il pittore ridipinge sopra a un particolare … oppure si tratta di un errore vero e proprio e il regista non volendo girare una nuova scena, ce la propina sbagliata sperando che il pubblico non se ne accorga…–
Le foto stracciate hanno un senso, mi sembra anche che venga detto nel dialogo: l’unica foto in cui si identificano è quella dei due innamorati piccoli piccoli, ripresi per caso in fondo alla valle deserta. Infatti è l’unica foto intatta, appesa al muro del cottage…
Vedi, anche questa è una riprova …a un certo punto lo spettatore perde il filo in quanto Almodovar nella prima parte del film “accumula” carte su carte di un gioco che poi dovrà spiegare al pubblico: episodi con luoghi e date diverse che si sovrappongono, senza ordine cronologico. Tutto questo è cinematograficamente efficace, ma poi viene il redde rationem e nella seconda parte del film abbondano “le spiegazioni a tavolino”, barbosissime, che abbassano il livello del film.
Io comunque sono stata più che altro delusa dalla scelta dell’attore principale, Lluís Homar. Inadatto a tutto il dramma e lontano le mille miglia da Almodovar. Un uomo assolutamente privo di patos, quasi privo di ogni sentimento, tendente piuttosto all’analisi fredda e crudele delle cose…-
Per l’amor di Dio! Sono stato subito colpito dalla cattiva scelta dell’attore e ho sperato per un bel pezzo che non fosse lui il protagonista, e invece il regista ci ha costruito tutte le vicende più impossibili…compresa la prima, sballatissima, scena con la bionda. L’amore passionale, figuriamoci! Un uomo gelido, adatto alla Mala education, ma non a questa vicenda, dove Penelope Cruz si spende generosamente e regge tutto il film da sola…-
…da sola! esattamente. Il vecchio Ernesto è cento volte più passionale…-
…ed è più indagato, fra l’altro.-
Sí, il vecchio Ernesto è un personaggio più riuscito anche negli amplessi amorosi.-
Il film si vede che è di un maestro del cinema, una grande raffinatezza nelle riprese…-
…e poi quella sospensione delle scene, quella lentezza che fa pensare ad un film di Hitchcock, una lentezza e una sospensione che danno alla vicenda il sapore dell’attesa di un evento se non criminoso, almeno inatteso; la disgrazia è sempre dietro l’angolo!-
Sí, Hitchcock affiora anche come citazione, Le finestre sul cortile, per esempio, ma tutto il film vive di citazioni, se ci pensi bene, da Rossellini a Fellini ad Antonioni, e poi ci sono le autocitazioni…-
Effettivamente anche la scena più lunga del film nel film, quello salvato e rimontato, la scena della valigia di cocaina, non è altro che una autocitazione, la citazione di un Almodovar prima maniera…
Il paesaggio di Lanzarote è una citazione di Zabriskie Point, l’idea della fuga nel paesaggio lunare sarebbe stata anche buona, ma è lui, il protagonista, che non convince…
Forse Almodovar, scegliendo Lanzarote, ha pensato anche a Houellebecq, chissà…-
Non è credibile tutto quell’amore passione per il protagonista da parte di Penelope…-
…forse si poteva pensare ad una Penelope talmente appassionata di cinema che s’innamora di un regista sgangherato, stravede per lui e lo insegue, mentre lui le spilla i soldi e basta, trovandosi sull’orlo della bancarotta. Mi sembrerebbe quasi più almodovariano questo soggetto di quello che ha realizzato!