Una mostra con retrospettiva di Tonino De Bernardi

ALLA MOLE  ANTONELLIANA DI TORINO UNA MOSTRA (PIU’ UNA RETROSPETTIVA) DEDICATA A TONINO DE BERNARDI, UNO DEI PADRI DEL NOSTRO CINEMA SPERIMENTALE E D’AVANGUARDIA. PER L’OCCASIONE  E’ STATO PUBBLICATO  DA  SILVANA EDITRICE IL CATALOGO “TONINO DE BERNARDI: IL CINEMA  SENZA FRONTIERE”. LA  MOSTRA RIMANE  APERTA FINO AL PROSSIMO 9 SETTEMBRE.

                    di  Mimmo Mastrangelo  

Il primo lavoro di Tonino De Bernardi che entrò  in un normale circuito di distribuzione fu “Piccoli orrori”,  film-romanzo composto come  un polittico del Quattrocento e  vedeva protagoniste Iaia Forte, Anna Bonaiuto e Galatea Ranzi. Era il 1994, ma il regista piemontese all’epoca poteva già vantare “un apprendistato” di lunghissimo corso.

Aveva  iniziato a metà degli anni sessanta   riprendendo con una Super 8 momenti di vita dei familiari e degli amici. Un irrefrenabile bisogno esistenziale del filmare e una serie di lavori (anche di lunga durata) accreditarono presto De Bernardi in uno dei principali esponenti del nostro cinema underground,  il suo nome venne affiancato  a  quello di Adamo Vergine, Paolo Brunatto, Massimo Bacigalupo, Gianfranco Baruchello, Alberto Grifi. Il cinema di De Bernardi è un distillato di passione e utopia, ci si  può innamorare per la sua  innocenza  non naif ma complessa, per una estetica che afferma la  supremazia  dell’immagine e rimanda alle   pellicole insonorizzate delle origini.

I tantissimi lavoro sperimentali – realizzati in piena  autonomia e a costo quasi  zero – si accomunano a quei pochi realizzati con produzioni vere per  la visionarietà, la  veemente   tensione  morale e poetica,  e  perché vengono proposti allo spettatore non in forma di spettacolo ma come  esperienza intellettuale. Solo per citare qualche  altro titolo, “Elettra” (1987),  “Appassionate” (1999), “Medée miracle” (2007) sono “lavori d’arte” pieni di vita tendenti  a sfidare un certo cinema commerciale, ad identificare uno sguardo  vivo e liricamente dirompente. 

Al regista di Casalborgone, oggi  ottantasettenne, il Museo del Cinema di Torino  dedica  la mostra “Tonino De Bernardi il cinema senza frontiere” che sarà visitabile  alla Mole Antonelliana  fino al prossimo 9 settembre. Ideata  da Alberto Momo, l’esposizione si presenta divisa in due sezioni: nella prima vi si specchia l’uomo e il filmaker sperimentale degli esordi che non conosce limiti e spazia col suo immaginario oltre ogni frontiera.

L’altra sezione ci fa scoprire un De Bernardi errante, il viaggiatore che  gira per mondo con la  inseparabile moglie Mariella e va plasmando un altro cinema da un taglio nettamente  più documentaristico.  Inoltre, insieme ad articoli di giornali, locandine e fotografie dai set dei  film, destano particolare curiosità una serie di cineprese, telecamere, videocamere utilizzate dal regista nel  corso dei decenni.

La mostra di Torino è accompagnata anche  da  una retrospettiva di film e da un catalogo pubblicato per Silvana Editoriale  e vede la curatela dello stesso Alberto Momo. Il volume è un ulteriore registro per  conoscere più a fondo l’uomo e il creativo De Bernardi  attraverso le voci, tra le  altre,  di  Isabelle Huppert, Marco Sgrosso, Elena Bucci, Filippo Timi, Mario Martone, Ines De Medeiros, Galatea Ranzi, Iaia Forte, Tommaso Ragno, la  moglie e  le figlie Giulietta e Veronica. Nella sua testimonianza il direttore del Festival di Venezia Alberto Barbera scrive: <<Tonino è “il Pierrot lunaire” del cinema. Non ce ne sono tanti come  lui, neanche  in lande straniere. I suoi film sembrano che  siano fatti apposta per  mettere in crisi la  tradizionale definizione di cinema indipendente e, allo stesso tempo, quella  altrettanto convenzionale di home-movies>>.

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