“Il signore delle formiche” di Gianni Amelio

di Mimmo Mastrangelo

        Il filosofo, poeta, scrittore e molto altro Aldo Braibanti (1922-2014) teneva nella sua abitazione di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, un formicaio che curava in modo maniacale e lo studiava anche per capire la società degli uomini.

       Da questa conoscenza di Braibanti sulla famiglia degli insetti imenotteri che Gianni Amelio ha tirato fuori il titolo del suo ultimo lavoro Il signore della formiche. Presentato in concorso al Festival di Venezia, il film è ispirato alla squallida vicenda giudiziaria in cui fu coinvolto, a metà degli anni sessanta, il professore-partigiano (interpretato da un Luigi Lo Cascio in stato di grazia, pienamente dentro la parte ), accusato di plagio per aver subordinato alla sua volontà lo studente di medicina Giovanni Sanfratello.

        Uomo mite, ma omosessuale, e dunque per codina morale dell’epoca uno sporco untore da infamare, Braibanti divenne l’intellettuale più odiato del Paese, i giornali di regime (“Il tempo” di Renato Angiolillo in testa) ne fecero un mostro, mentre chi doveva difenderlo, come il Partito Comunista (di cui era stato militante), rimase zitto.

        Sulle voce di testimoni e l’inchiesta di uno scomodo giornalista de L’Unità, Amelio ricostruisce i passaggi salienti della vicenda Braibanti: dalla denuncia scattata il 12 ottobre del 1964 all’internamento (su costrizione della famiglia) di Sanfratello nel manicomio di Verona dove verrà sottoposto ad elettroshock, fino al processo farsa che sentenzierà una condanna per il filosofo di nove anni (in appello divennero sei e il reato fu ridotto a tentato plagio).

       Con Il signore delle formiche, Gianni Amelio scava in una zona d’ombra della storia non lontana del nostro Paese, il suo film brucia sulla coscienza collettiva come acido riversato su una ferita rimasta a sanguinare.

        Il regista calabrese realizza sì un film su violenza e discriminazione, sull’amore schiacciato dal conformismo, sulla famiglia come luogo opprimente, sui meccanismi di pensiero che costituiscono una minaccia per ogni uomo libero, ma vuol farci ricordare che quello di Aldo Braibanti, oltre giuridico, fu un caso politico e civile a cui pochi si opposero (Pasolini, Eco, Bussotti, Pannella, Moravia, Bellocchio, Eco) e che rivelò un Paese vecchio, dietro cui si nascondevano velenosamente fascisti e biechi reazionari.

        Per dirla con le parole del compianto regista Alberto Grifi, non è assurdo riconoscere che Aldo Braibanti fu una delle prime vittime, se non la prima, delle stragi di stato.

Il signore delle formiche
di Gianni Amelio con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco, Leonardo Maltese, Anna Caterina Antonacci  durata 130 minuti. Italia 2022.


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