di Mimmo Mastrangelo
Se si pensa al macellaio di guerra e al violatore dei diritti umani che negli ultimi dieci anni è diventato il rais turco Recep Tayyip Erdogan fa un certo effetto vederlo nel nuovo docu-film di Simone Manetti, “ Sono innamorato di Pippa Bacca”, quando nelle vesti di primo ministro manifestava pubblicamente il proprio cordoglio e la condanna per la violenza con cui era stata ammazzata Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca.
E sempre dal nuovo lavoro di Manetti sono un brivido lungo la schiena quelle sequenze iniziali che mostrano le immagini di un matrimonio girate proprio con la videocamera dell’artista milanese portava via dal suo assassino (sta scontando una pena di trent’anni).
Doveva arrivare in questi giorni nelle sale il lavoro del quarantunenne regista livornese, ma la serrata a cui è stata sottoposta tutta la cultura italiana per il virus Covid19 ne ha procrastinato l’uscita a data da destinarsi.
Il film di Manetti giunge dopo che a Pippa Bacca, stuprata ed uccisa nel marzo di dodici anni fa, sono stati dedicati i brani “E se poi” di Malika Ayane e “ Velo di sposa” dei Radiodervish, due opere letterarie e un giardino recentemente inaugurato a Milano.
Sullo schermo viene ricostruita dell’artista la vita e il suo ultimo viaggio-performance fatto in abito da sposa per simboleggiare il matrimonio tra le genti. Ma il docu-film vuole essere pure un attestato di gratitudine verso un’ artista sì bizzarra ma speciale, una visionaria che sognava un mondo-altro, eretto anche col contributo dell’arte ed inondato di candore e bellezza.
Nata a Milano nel 1974 e nipote di Piero Manzoni ( la madre è la sorella del noto creatore delle boites “Cacca d’artista”), Pippa Bacca l’8 marzo del 2008, insieme ad un’altra performer, Silvia Moro, partì dal capoluogo lombardo per dar vita al tour “Spose in viaggio”. Vestite da abito nuziale su delle scomodissime scarpe coi tacchi, Pippa e Silvia si proposero di percorrere in autostop circa seimila chilometri fino a Gerusalemme (“la città a cui salgono le tribù del Signore”) passando per le terre martoriate dalla guerra dell’ex-Jugoslavia, Bulgaria, Siria, Libano, Egitto, Giordania e Cisgiordania. Una performance-viaggio che voleva essere il lancio di un messaggio di pace o, come dichiarò alla partenza la stessa Pippa Bacca: <<E’ un modo per affidarsi al prossimo, dimostrare che dando fiducia si riceve solo bene>>.
Purtroppo accadde che, quando le due amiche si separarono, prevedendo di ritrovarsi di nuovo insieme a Beirut, Pippa prese il passaggio sbagliato e il 31 marzo il suo corpo venne trovato senza vita in un bosco di Gebze, cittadina ad una cinquantina di chilometri da Istanbul. Sulle testimonianze di Silvia Moro e di amici, sul ricordo della madre, delle quattro sorelle e sulle immagini girate con la videocamera dalla stessa artista, Simone Manetti riesce a riportare sullo schermo il coraggio, la purezza, la vita tutta che si è lasciata passare addosso la giovane donna.
Dal film – che chiede allo spettatore un occhio complice – è giovevole ritrovare la Pippa Bacca coraggiosa, perennemente in stato di grazia per indicare il viatico di un’arte sviante le convenzioni, fare di ogni suo atto creativo una scelta d’amore per qualcosa, per qualcuno.
SONO INNAMORATO DI PIPPA BARCA
Regia di Simone Manetti. con Elena Manzoni, Antonietta Pasqualino di Marineo, Maria Pasqualino di Marineo, Rosalia Pasqualino di Marineo, Valeria Pasqualino di Marineo. Genere Documentario, – Italia, 2019, durata 76 minuti.