T. F. F. “The Guilty” di Gustav Moller

di Laura Menesini

Intero film ambientato in una stanza davanti a un telefono: un poliziotto dalla strada è stato spostato a ricevere le telefonate di emergenza perché sotto processo per un gesto inconsulto. Tra telefonate sciocche ne arriva una da una donna che dice di essere stata rapita e che è minacciata dal marito, cui era stato ordinato di stare lontano dalla famiglia. Il poliziotto prende a cuore la situazione e riuscirà a fare un “buon lavoro”.

Si tratta di un film incredibile, siamo sempre in questa centrale telefonica della polizia, abbiamo di fronte o di spalle un unico personaggio eppure il film ti tiene col fiato sospeso per 85 minuti e ti mostra un uomo, un paese e situazioni allucinanti come se tu le vedessi.

La recitazione di Jakob Cedergren è eccellente, la macchina da presa lo ritrae in primi e primissimi piani, gli occhi la bocca i pori della pelle e le gocce di sudore ci fanno vedere e quasi toccare con mano un uomo distrutto coi nervi a pezzi e con un carattere irruento, sempre e soltanto sullo sfondo grigio della centrale telefonica della polizia.

Talvolta la luce rossa che annuncia una telefonata in arrivo ti fa sobbalzare.

Incredibile come lo sceneggiatore il regista e l’attore ti rendano chiarissima una situazione, la vita di un uomo, un bravo poliziotto, a rotoli dopo l’abbandono della compagna e dopo che il suo carattere impulsivo gli ha fatto compiere un gesto sbagliato, sì perché la vita ti attacca alle spalle come una tigre affamata e ti travolge, così come ha travolto la donna al telefono.

Tutti ti voltano le spalle quando fai un passo sbagliato, ma c’è un amico, un extracomunitario, che ti aiuta e che testimonia il falso per te, mentre tutti gli altri ti fanno solo auguri di circostanza per l’esito del processo.

The Guilty

Regia di Gustav Möller.  con Jakob Cedergren, Jessica Dinnage, Omar Shargawi, Johan Olsen, Jacob Lohmann. Danimarca, 2018, durata 85 minuti.


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