di Maddalena Ferrari
L’interprete, Laetitia Dosch, è molto brava e permea di sé un inizio fulminante: una giovane donna, ripresa in una serie di inquadrature ravvicinate, che la seguono nei suoi scomposti movimenti, si lamenta, grida, si arrabbia; ferita, angosciata, disperata, è stata appena abbandonata dal suo uomo, un artista – fotografo; se la prende con tutti, in particolare con gli operatori della struttura sanitaria dove è ricoverata.
La situazione materiale e psicologica della ragazza sembra senza vie d’uscita.
Segue una serie mossa, frammentata di episodi, che mostrano la solitudine, il degrado: Paula cerca lavoro, chiede soldi, ha fame; addirittura fruga nell’immondizia…Eppure sopravvive, portandosi dietro una bellissima gatta. Scostante e ribelle, trova sempre il modo di scontrarsi con gli altri; diventa poi più adattabile e trova un lavoro. Scopre di essere incinta e il suo ex cerca un riavvicinamento, ma lei capisce di essere ormai un’altra.
Questo percorso di emancipazione è coinvolgente e accattivante e presenta momenti internsi; tuttavia non prende granché in considerazione la psicologia, o, per meglio dire, la personalità della protagonista, che rimane poco conosciuta e quindi generica. Inoltre alcuni accadimenti appaiono gratuiti o poco probabili, come il colloquio con la ginecologa, che Paula, nella sua spontanea anticonvenzionalità, riesce quasi a mettere in crisi; oppure la riappacificazione con la madre, dopo i precedenti scontri durissimi.
E’ giusta la scelta di non spiegare tutto, ma si ha l’impressione che la regista semini qua e là troppi spunti irrisolti. Il film comunque, che ha vinto la Caméra d’or all’ultimo festival di Cannes, è una creazione originale, che usa un linguaggio spezzato,in continuo movimento, in linea con il personaggio e la sua storia.
Montparnasse – Femminile Singolare
Regia di Léonor Séraille. con Laetitia Dosch, Grégoire Monsaingeon, Souleymane Seye Ndiaye, Léonie Simaga, Nathalie Richard. Titolo originale: Montparnasse Bienvenue. Francia, 2017, durata 97 minuti.