“Il dubbio – Un caso di coscienza” di Vahid Jalilvand

di Gianni Quilici

L’inizio: un medico legale che lavora in obitorio investe accidentalmente con la sua auto una famiglia che viaggia in moto. Il bambino  batte la testa in modo apparentemente privo di conseguenze. Poche ore dopo arriverà il suo cadavere. La diagnosi dell’autopsia parla di avvelenamento per botulismo. Il medico ha il dubbio che la causa possa risiedere nell’incidente.

E’ uno di quei film che, senza darlo troppo a vedere, è estremo, forse estremista.E’ estremo, perché il protagonista va alla radice della causa contro i suoi stessi interessi, quando potrebbe facilmente essere in pace con la sua coscienza.

Ed  è forse estremista, perché il regista lascia sospesa la sua scelta: se ciò che appura sia davvero la verità da addebitarsi ad una sua colpa comunque indiretta, oppure se sia dettato, invece,  da un senso di colpa, di tipo masochistico. Vahid Jalilvand taglia, giustamente, la risposta  del medico alla domanda precisa.

“ Il dubbio” ha quindi una sceneggiatura , come già il suo primo film “Un mercoledì di maggio” non soltanto profonda, ma anche narrativamente avvincente.

Innanzitutto per i livelli di contraddizione tra i personaggi intellettualmente e moralmente di grande spessore, anche per ciò che nei dialoghi viene dato per implicito, con una particolare sottolineatura verso la coppia protagonista, ambedue medici legali. La donna, infatti, ha una sua sottile, determinata,  ma anche premurosa autonomia dall’uomo marito;

secondo: perché i rapporti tra i principali protagonisti scopre le stridenti disuguaglianze sociali, presenti in quella civiltà millenaria, di cui il grande cinema iraniano (da Kiarostami fino a Farhadi) è espressione.

Quindi, una sceneggiatura avvincente con un montaggio serrato, che lascia volutamente impliciti passaggi importanti, ma non essenziali  nella comprensione della storia. Attori e attrici di primo ordine.

Il dubbio – Un caso di coscienza

Regia di Vahid Jalilvand.  con Navid Mohammadzadeh, Amir Aghaee, Hediyeh Tehrani, Zakieh Behbahani, Saeed Dakh.  Iran, 2017, durata 104 minuti.


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