Lunedì 7 maggio 2018
E’ uno dei film simbolo della cinefilia: quel tuffo nel fiume e il sorriso della sposa in bianco che appare sott’acqua sono l’immagine stessa della passione per il cinema. È L’Atalante di Jean Vigo, film di culto per il pubblico italiano, che per un’infinità di notti ha visto e rivisto quel tuffo, scelto da Enrico Ghezzi per la sigla della trasmissione “Fuori orario”. Ma L’Atalante va molto al di là di quell’indimenticabile sequenza: è forse uno dei film più belli della storia del cinema, ultimo capolavoro firmato da Jean Vigo, morto di tubercolosi nel 1934, a 29 anni, proprio mentre lo stava terminando..
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Lunedì 14 maggio 2018
A propos de Nice di Jean Vigo e Boris Kaufman .Francia 1930. Durata: 25′
Splendido falso documentario su una città che Vigo trasforma nell’allucinato e incantatorio “processo” al mondo borghese. “Non appena indicate l’atmosfera di Nizza e lo spirito della vita che vi si conduce, il film muove alla generalizzazione degli insulsi divertimenti, messi sotto l’insegna del grottesco, della carne e della morte, ultimi bruschi trasalimenti d’una società che si abbandona, fino a darvi la nausea e a farvi complici di una soluzione rivoluzionaria” (Jean Vigo).
La natation par Jean Taris, champion de France di Jean Vigo. Francia1931. Durata 9min.
Il film sul campione di nuoto Jean Taris viene spesso considerato come minore, anzi, talvolta viene persino ignorato; e il regista amava, del film, solo le sequenze girate sott’acqua. Ma non c’è solo questo: la scena del ‘nuoto in camera’ è insolita e divertente, così come i trucchi e l’ammicco di Taris allo spettatore, quando, completamente vestito, cammina sulle acque. È la prima esperienza sonora di Vigo, in un’epoca in cui non esisteva il missaggio. Il cineasta è riuscito a creare un contrappunto tra voce umana e rumore dell’acqua in movimento.
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Zero in condotta narra la vita di alcuni studenti in un collegio, privati della libertà creativa dell’infanzia e sottomessi alle rigide regole dei sorveglianti adulti. Massacrato dalla censura dell’epoca, il piccolo poema sula memoria, di ispirazione autobiografica, dell’allora ventottenne Vigo, costituisce un irriverente apologo sulla contrapposizione tra la rivolta anarchica dell’infanzia e l’ordine borghese del mondo adulto. L’ebbrezza della rivolta dei bambini nel dormitorio assume la forma delle piume liberate dai cuscini che cadono ovunque come fiocchi di neve, mentre un fanciullo esegue spericolate acrobazie. Adottando il ralenti e la musica di Jaubert , Vigo cala l’azione in un clima ovattato, quasi in una dimensione di sogno. Un film “maledetto” che ha trovato negli anni successivi numerosi seguaci e imitatori.
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Lunedì 21 maggio 2018
E’ possibile vivere senza miti e senza utopie? Probabilmente no. Ma è possibile essere così ingenui da credere nei miti e nelle utopie? Se cerchiamo di vedere da vicino i miti (le fantasie, le speranze) che ci sospingono nella vita, se cerchiamo di confrontarli con la vita quotidiana, a quali risultati arriviamo? L’esitazione a interrogarci è comprensibile, perché poi – scontate tutte le delusioni o almeno smessi i trionfalismi – ci sarebbe da rispondere alla domanda: che cosa fare, allora?
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