E’ un film con una storia (un inizio, uno sviluppo, una fine) che rappresenta in filigrana una metafora della Russia di oggi; ed il finale lo dice implicitamente.
Un film esistenziale ed insieme civile e politico, anche se forse non ha la stessa forza universale de Il ritorno e di Leviathan.
E’ comunque, a mio parere, uno dei film più riusciti e necessari di questa ragione come, tra quelli che ho visto, L’infanzia di un capo, Corpo e anima, Happy End, The square.
Perché rappresenta dei “piccoli mostri” tra i tanti possibili, senza tuttavia semplificarli, dando loro una latente umanità e, almeno alla protagonista, un passato che ce la fa comprendere più a fondo. Tutti senza possibilità di salvezza, essendo essi incapaci di guardare, di guardarsi, di assumersi responsabilità.
E’ la Russia, sono i russi di oggi, secondo Zvyagintsev, senza più storia, con un presente vissuto come automi, e soprattutto senza un orizzonte e un possibile futuro, anche se c’è chi è rimasto umano, vicino alla sofferenza, disposto a spendersi. Gruppi di volontari, mentre lo Stato non c’è o è assolutamente inadeguato.
Andrey Zvyagintsev ha dichiarato che il film è un omaggio a Scene di un matrimonio, uno dei grandi film di Bergman. La differenza tra i due film mostra, a mio parere, il limite di Loveless.
La pellicola di Bergman ha la nettezza essenziale necessaria e altamente drammatica, a volte sconvolgente, nelle sequenze temporali in cui lo racchiude; il regista russo sceglie la storia nel flusso dei suoi intrecci, e per questo il film diventa a volte naturalistico, descrittivo, semplicemente funzionale alla trama.
L’inizio della storia: Alyosha, 12enne solitario e contemplativo, vive alla periferia di Mosca coi suoi genitori che si stanno separando in malo modo e vogliono “sbarazzarsi” di lui lasciandolo in un orfanotrofio per non danneggiare il loro futuro. Alyosha sente lo scontro esagitato tra i due. Dopo qualche giorno, Alyosha scompare nel nulla …
Loveless di Andrey Zvyagintsev. con Maryana Spivak, Aleksey Rozin, Matvey Novikov, Marina Vasilyeva, Andris Keiss. Russia, 2017, durata 128 minuti.