“Elvira 150: una retrospettiva a Napoli”

“ELVIRA 150”: LA RETROSPETTIVA  A NAPOLI  (FINO AL 30 APRILE) PER I CENTOCINQUANT’ANNI DALLA NASCITA DI ELVIRA NOTARI LA PRIMA REGISTA DEL CINEMA ITALIANO. I SUOI FILM REALISTI FURONO DENIGRATI DAL REGIME FASCISTA PERCHE’ COZZAVANO CON IL SOGNO DI  UN’ITALIA SUL MODELLO DELLA ROMA IMPERIALE. 

 di Mimmo Mastrangelo

Negli anni scorsi non sono mancate le attenzioni ad una speciale pioniera  del cinema nostrano quale fu  Elvira Notari. Basta ricordare  le ricerche del regista Mario Franco, l’articolata  mostra del 2015 ideata dal filmaker  Licio Esposito o il volume a più voci  “La film di Elvira” curato dal critico cinematografico  Paolo Speranza.

Ma “Elvira 150”, la retrospettiva  che si è aperta a Napoli il 10 febbraio alla multisala Modernissimo (andrà avanti fino al prossimo 30 aprile) rappresenta di certo l’omaggio migliore per ricordare i centocinquant’anni dalla nascita di una “cinematografara totale”.

Elvira Coda Notari, infatti,  non è stata soltanto una regista (la prima nella storia del cinema italiano), ma fu al contempo produttrice, sceneggiatrice ed attrice. Con la sua casa di produzione, la “ Dora Film”, si distinse per le  eccezionali capacità imprenditoriali, tant’é che  i suoi film vennero distribuiti persino nelle americhe dove furono amatissimi  dagli italiani emigrati.

Nata a Salerno nel 1875, fu  affiancata nel  lavoro di produttrice dal marito Nicola e sui set dal figlio Eduardo (a lui spettava sempre la parte di Gennariello) e girò fra il 1910 e il 1930 oltre sessanta lungometraggi e un centinaio  di corti, molti di questi  dal taglio documentaristico.

La regista precorse la stagione di un cinema realistico, prodotto “en plein air”, oltre che nei teatri di posa, nei  suoi lavori – interpretati da attori non professionisti ed ispirati alla sceneggiata napoletana e alla canzone classica  dei vari Bovio, Fiore, Bixio, Di Giacomo, che presentavano la Napoli povera e colorata dei quartieri popolari, narravano di donne amatissime ma spesso abbandonate, di madri coraggiose decise a difendere con ogni mezzo l’onore delle figlie o della famiglia, di uomini fascinosi spesso coinvolti in affari malavitosi.

Il cinema della “ Dora Film”,  se da una parte trovò un forte successo tra il pubblico,  dall’altra venne infangato dagli apparati governativi, quelle storie di  umanità stracciona e perdente proposte  sullo schermo cozzavano con la propaganda fascista e il sogno di Mussolini di rinverdire i fasti della Roma imperiale.

Così l’ostracismo di regime e la crisi che subentrò con l’avvento del sonoro portarono al fallimento della casa cinematografica. Ad Elvira Notari toccò ritirarsi nell’abitazione dei nonni paterni a Cava de’ Tirreni dove morì nel 1946.  Ideata  da Antonella Di Nocera e promossa dal Comune di Napoli insieme a Parallelo 41 produzioni, la rassegna “Elvira 150”  propone 17 pellicole:  dopo  “E’ piccerella” (1922), restaurata da poco dalla Cineteca di Bologna,  sono previste, tra le altre, le proiezioni con musica dal vivo di “A santanotte” (1922) e dei corti ritrovati nel 2015 “Festa della Madonna della Libera a Trevico”(1923) e “Festa della SS Assunta in Avellino” (1923). Da segnalare, inoltre, il convegno “Elvira Notari e il suo mondo” previsto il 10 marzo all’Università Federico II.


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