IL DOCU-FILM DI DAVIDE LEMMA “QUARTO TEMPO:TUTTO IL RESTO DELLA VITA”. IL CALCIO CHE SFIDA E VINCE LA DISABILITA’
di Mimmo Mastrangelo
“Sono attaccante, sono forte, velocissimo, ho i piedi buoni e il fiuto del gol”. Così si presenta davanti alla videocamera Matteo Becheroni, vent’anni, una disabilità e un volto che fa vagamente ricordare Eduard Streltsov, “il Pelé del calcio russo degli anni cinquanta” che, perseguitato dal regime, passò diversi anni in un gulag.
Il giovane Becheroni-Streltsov è il bomber dell’Asd Quarto Tempo, società satellite della Fiorentina che da qualche anno disputa in Toscana il campionato regionale promosso dalla Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale della Figc. Una realtà sportiva eccezionale quella di Quarto tempo dove con il calcio si prova a volgere la disabilità in normalità. << Da noi – dice Emanuele Bartolucci, uno dei due allenatori – un disabile è “ il disagile”, nel senso che i nostri ragazzi nel campo, come nella vita, alcune cose si trovano a farle solo “disagilmente” ma senza alcun totale impedimento>>, per il presidente Matteo Fazzini invece << Quarto tempo è proprio quel tempo dove ognuno può ritrovare il proprio spazio, la propria libertà>>. Sulla squadra viola il regista Davide Lemma ha da poco girato “Quarto tempo: tutto il resto della vita”, docu-film di trenta minuti prodotto da Fabrizio Varrenti per la Fiorentina Calcio presentato di recente nel corso della quattordicesima edizione del “Matera Sport Film Festival.
Il lavoro di Lemma scorre con le testimonianze dei giocatori viola tutti affetti da qualche disabilità ( cognitivo-relazionale, psichiatrica, motoria…), loro vivono la pratica sportiva come inclusione, disciplina formativa che aiuta a ponderare autostima e responsabilità, componenti queste necessarie per affrontare con le motivazioni giuste la vita anche di là del rettangolo di gioco. Una squadra di calcio dilettante a tutti gli effetti è l’Asd Quarto tempo al cui interno si sperimenta il divertimento, il piacere di stare insieme, ma pure tutti “i rituali” dell’ attività agonistica: la fatica degli allenamenti, la tensione, l’entusiasmo di quando si vince e si va in gol, il calore di una affezionata tifoseria (da poco è nato anche un “fans club” a nome di uno degli atleti).
Quarto tempo è, inoltre, un vero e proprio laboratorio di vita, <<è la combinazione di storie diverse che partecipano alla storia di una squadra in fondo sempre vincente, anche quando esce sconfitta dal campo di gioco>>. Iacopo Fossi è uno psicologo, ma pure l’artefice da cui è partita l’idea per mettere su nel 2011 a Campi Bisenzio il progetto sportivo, nel film sottolinea: << Il primo e il secondo tempo sono quelli di una partita di calcio, il terzo è quello del fair play, il quarto è quello che va oltre lo sport, occupa la vita, la quotidianità>>.
Appunto, è la quotidianità di Becheroni-Streltsov e dei suoi compagni di squadra che vuol far conoscere il cortometraggio di Davide Lemma, per questi atleti far parte della famiglia della Fiorentina Special Quarto tempo è tutela, affermazione della propria dignità. Un gol di Becheroni-Streltsov è un colpo di spugna alla disabilità e pesa dieci volte più di una rete che realizza nella massima serie “il Griddy” Moise-Kean.