di Gianni Quilici
Un viaggio notturno in taxi dall’aeroporto di New York ad uno dei quartieri della metropoli. Dopo qualche attimo di silenzio, tra la donna e il tassista inizia una conversazione che abbraccerà l’intero arco narrativo del film. Lui un taxista (Sean Pean), ruvido e insinuante, fino ad apparire provocatore e seducente; lei, bionda di una bellezza folgorante, sottilmente riservata e sensuale.
Raccontato può apparire banale. E’ un film, invece, che avvince, perché scava dentro le fragilità irrisolte della ragazza. Lui, il tassista, da subito diventa, per così dire, una sorta di “psicanalista da taxi”. Ha l’occhio acuto, capace di capire i clienti da dettagli minimi e ben presto la sottopone a domande dirette e stringenti, che affondano là dove nascono i problemi più profondi; lei, dapprima sorpresa e colpita dal suo acume, sta al gioco, senza sottrarsi, anzi lasciandosi andare. Tuttavia anche lei, da un certo momento, fa domande . . .
Uno di quei film appassionanti, non per la successione incalzante dei fatti, ma per la dinamica psichica che mette a nudo i problemi più intimi della ragazza. All’inizio, infatti, nel taxi in silenzio, sono soltanto due volti, che via via si scoprono. Inizia un avvicinamento e un calore tra loro. Diventa un film d’azione psichico, che può coinvolgere chiunque si pone domande su sé e sugli altri.
Nato come testo teatrale, scritto dalla stessa regista Christy Hall al debutto cinematografico, diviene un film a tutti gli effetti. Qui insieme alla Parola, che nel teatro è predominante, si affianca, infatti, il montaggio delle inquadrature (campo/controcampo) di primi e primissimi piani, che consentono allo spettatore di avvicinarsi, fino ad essere in estremo contatto, con i sentimenti dei volti e di tutto ciò che la regista vuole evidenziare. Così non si ha nel teatro.
Il finale non è di quelli furbi, che solleticano l’applauso. E’ il finale poco prevedibile, ma più intimo, più vero, più poetico. Che fa pensare. Fa pensare anche, in quale società massificata, virtuale e solitaria viviamo e come il film ne sia un contrappunto efficace.
I due protagonisti, infine, sono bravissimi. Sean Pean energico, sicuro, spavaldo, ma con dentro un dolore latente, mentre Dakota Johnson, che rappresenta un personaggio più composito, mette in scena un volto ricco di sfumature psicologiche con naturalezza.
Una Notte a New York di Christy Hall. con Dakota Johnson, Sean Penn, Titolo originale: Daddio. – USA, 2023, durata 100 minuti.