“Gli amori di Anaïs” di Charline Bourgeois-Tacquet

nota di Gianni Quilici

          E’ un film magari sincero, ma falso nella sua realizzazione. La regista, Charline Bourgeois-Tacquet, al primo lungometraggio, non è riuscita a dare sostanza e credibilità ai personaggi e alle loro interazioni.

          In una prima parte Bourgeois-Tacquet ha cercato nella protagonista (Anaïs Demoustier), Anaïs, la leggerezza. L’inizio da minuetto. Eccola sempre di corsa, sempre in movimento, sempre in ritardo. In ritardo con l’affitto, con gli appuntamenti, con la tesi, con il fidanzato, sempre però senza guardare, ascoltare, sentire. Al fidanzato, infatti, dice distrattamente che è incinta e che abortirà. Una leggerezza senza coscienza, responsabilità, anima. Altra cosa dai personaggi femminili di un Rohmer.

           Nella seconda parte la svolta: Anaïs si innamora di una scrittrice famosa (Valeria Bruni Tedeschi), moglie, tra l’altro, ma questo vorrebbe dire niente, dell’uomo attempato che aveva facilmente sedotto. Anche qui non funziona. Perché non ci fa vivere la trasformazione, le ragioni che motivino questo sentimento. L’amore, che è percezione profonda, anche silenziosa o intrecci di pensieri non c’è. Ci sono invece dialoghi banali; c’è una strategia seduttiva della ragazza banalmente volontaristica. Insomma, come sintetizzava a volte Alberto Moravia, è un amore dato non rappresentato.

Gli amori di Anaïs

Regia di Charline Bourgeois-Tacquet con Anaïs Demoustier, Valeria Bruni Tedeschi, Denis Podalydès, Jean-Charles Clichet. Titolo originale: Les amours d’Anaïs. – Francia, 2021, durata 98 minuti.


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