di Gianni Quilici
Alla fine del film in una sala (grande) e quasi piena scatta un applauso convinto, fatto che non accade quasi mai. La ragione è semplice: Green Book aveva accumulato quella selva di emozioni, che si sono liberate, superando l’inibizione dell’applauso, sempre timoroso a mostrarsi laddove le regole non lo prevedono.
E si può capire perché. Non è tanto e solo, perché è un film di buoni sentimenti, ma perché questi sentimenti maturano da dei contrasti
Innanzitutto tra i due protagonisti diversissimi tra loro. Il grande pianista afro-americano Don Shirley ricco e famoso, autorevole e colto, raffinato e infelice e Tony Lip, suo autista, italo-americano sboccato, affamatissimo, svelto di lingua e di pugni, istintivamente razzista ma, a suo modo, generoso e intelligente.
In secondo luogo lo scontro con un’America del Sud razzista e separatista, che all’inizio degli anni ‘60 (la storia vera, come si sa, si svolge nel 1962) mostrava in pieno la sua arroganza, ferocia e ottusità.
L’amicizia che lentamente si instaura tra i due nel viaggio, che, dal Nord America scende nel profondo Sud per un tour di concerti, li trasforma, perché ambedue vengono “toccati” in situazioni difficili quando non disperate. Ed è questo che può commuovere, soprattutto in alcune notevoli sequenze a forte tasso emotivo.
E’ fin troppo banale aggiungere che il merito di ciò, oltre ad un’abile sceneggiatura, va ai due protagonisti, Viggo Mortensen e Mahershala Ali, che scolpiscono magnificamente due personalità con fisionomie nette.
E’ un film che “insiste un po’ troppo sui buoni sentimenti” come scrive Barry Hertz su Internazionale?
Certo il film è un prodotto che vuol farsi benvolere (penso alle sequenze delle lettere), alternando sapientemente la commedia al dramma, ma il cuore di Green Book è nella verità dei protagonisti, che, in un film on the road, imparano a conoscersi e a rispettarsi, finendo per riconoscersi e accettarsi nella loro diversità in un crescendo emotivo costruito con grande abilità, senza scadere nell’enfasi o nella caricatura.
GREEN BOOK di PETER FARRELLY
Sceneggiatura: Peter Farrelly, Nick Vallelonga, Brian Hayes Currie
Fotografia: Sean Porter
Montaggio: Patrick J. Don Vito
Musica: Stu Goldberg, Kris Bowers
Cast:
Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini, Don Stark, Sebastian Maniscalco, P.J. Byrne.
Produzione: Amblin Partners, DreamWorks, Participant Media
Distribuzione: Eagle Pictures
Usa, 2018, 130′
Laura Menesini said,
Febbraio 6, 2019 @ 11:06Concordo su tutto. Io ero fra i tanti ad applaudire, anche se mi ha dato noia la presentazione dell’ italiano che parla come il padrino e che mangia a dismisura. Trovate indubbiamente studiate per far ridere e che sono piaciute moltissimo a un mio nipotino di 10 anni.