di Silvia Chessa
Paweł Pawlikowski dirige una fiaba elegante e struggente, dove la bellezza, la sintonia, la malinconica e passionale personalità dei due protagonisti, Zula e Viktor, magnetizza dal primo all’ultimo fotogramma; peraltro, ogni scena è una fotografia in bianco e nero, e tutte queste scene-foto, già da sole, parlano, raccontano, esprimono quel misto fra sconfitta e desiderio, fra slancio in avanti e inquietudine di ritorni al (e dal) passato.
Gli sguardi di Zula, (una sorta di Marilyn Monroe polacca, con meno effimera esuberanza e una natura ammaliatrice ma dolente, altalenante fra mesta e ribelle), di un fascino perturbante e magnetico, la sua personalità così travagliata inquieta e carismatica, la figura, il volto e l’eleganza altrettanto profonda e cupa di Viktor, già da soli sussistono, bastano a se stessi, e per conquistare definitivamente il pubblico.
In più, la vicenda, con l’amore burrascoso ma indissolubile che lega il musicista alla cantante, il borghese alla ragazza povera ma talentuosa, reduce e segnata da una condanna, scontata in carcere, per essersi difesa dal proprio padre; l’attrazione che fa scontrare e poi ritrovare e fondere le opposte anime dei due protagonisti, le finezze e i modi diplomatici e disinvolti di lui con le intemperanze di lei, è una storia che avvince e appassiona.
Tra l’altro i fatti si svolgono in anni (1940-50) carichi di tensioni e contraddizioni, di logorante contrasto politico-militare fra URSS e USA, contrasto del quale Viktor e Zula divengono emblema e simboli viventi: è il periodo della cosiddetta guerra fredda, una finestra temporale in cui avvengono trasformazioni sociali e politiche che si riversano anche, ad esempio, sulle scalette e le scelte stilistiche di un’importante compagnia di canto e danza popolare polacca, costretta, come si vedrà, ad assecondare i desiderata e i dettami di partito.
Il tema dei cambiamenti e degli obblighi imposti emerge poi anche nel confronto fra la vita semplice e naturale vissuta in Polonia e quella mondana, ma piena di compromessi che la coppia (distaccandosi e riunendosi, nel tempo) vivrà nel soggiorno a Parigi.
Tanti dati ed elementi storico artistico culturali convergono e si intrecciano in modo sottile e labile, come il fruscio del disco sul piatto, tipico delle prime note e delle atmosfere jazz che si respirano nelle scene ambientate nei fumosi localetti parigini, dove Viktor suona (e dove poi Zula, raggiungendolo, canterà) in questa pellicola, di una bellezza e di una qualità estetica straordinaria e memorabile.
COLD WAR
Titolo originale: Zimna wojna
Regia: Pawel Pawlikowski
Cast: Joanna Kulig, Tomasz Kot, Borys Szyc, Agata Kulesza, Cédric Kahn, Jeanne Balibar Adam Woronowicz, Adam Ferency, Jacek Rozenek, Martin Budny.
Anno: 2018
Produzione: Polonia
Durata: 85 minuti
Distribuzione: Lucky Red