Vedo uno dietro l’altro due film, che hanno un filo comune: gli anni ’60 a Londra: “My Generation” e “Faithfull”.
Il primo di David Batty mi appare superficiale, perfino fastidioso. Michael Caine, per certi versi attore carismatico, come conduttore e narratore di questi anni di grandi mutamenti culturali e sociali (dalla cultura pop ai Beatles e ai Rolling Stones) è, invece, banale, perché ripropone questi eventi con nostalgica mitizzazione, senza quella distanza critica necessaria per cogliere dietro l’esplosione di libertà e creatività anche superficialità e disperazione, di chi non vedeva oltre ciò che sentiva e appariva.
Diverso, invece, il medio-metraggio di Sandrine Bonnaire, nascosta dietro la sua voce. L’attrice francese, nei panni di regista, sa mescolare sapientemente, con abile montaggio l’intervista a Marianne Faithfull con il materiale di repertorio (sempre interessante), mettendo in contatto e a confronto passato (ciò che la cantante era allora) e presente (ciò che è oggi), palesandosi anche sottile psicologa.
Si avverte, infatti, tra lei e Marianne quella complicità necessaria per scavare là dove il privato diventa intimo e significativo con domande veloci che indagano cause e conseguenze dei fatti: il successo, il rapporto con Mike Jagger, il tentativo di suicidio ecc, ecc.
Da tutto quanto emerge la personalità di Marianne Faithfull. Una donna diretta e burbera, ironica e sorridente, con un tono di voce grave e affascinante, in cui la sicurezza delle pause denota una padronanza di sé e del pubblico; una donna (oggi) forte, ma consapevole, come tutti dovremmo, di essere in ricerca, non risolta.
FAITHFULL di Sandrine Bonnaire con Marianne Faithfull. Francia 2017. Dur: 61 min.
MY GENERATION di David Batty con Michael Caine, Joan Collins, Paul McCartney, Twiggy, Roger Daltrey, Lulu. . Gran Bretagna, 2017, durata 85 minuti.