Egon Schiele: Tod und Mädchen di Dieter Berner

egomdi Silvia Chessa

Per chi ama Egon Schiele, il biografico “Egon Schiele: Tod und Mädchen” può equivalere alla visita di una sua mostra in 3D. Straordinaria la fotografia, intense e magistrali le luci, tanto che ogni fotogramma sembra un dipinto. Ricco il repertorio pittorico che affiora, catturando la vista e i sensi, di questo artista innovativo, scandaloso e bohemienne, morto appena ventottenne in una Vienna tra prima e seconda guerra mondiale.

Una città  moderna per moda e  costume ma moralmente non pronta ad accettare un artista come lui: considerato trasgressivo già solo per il fatto di utilizzare, per i suoi nudi, delle modelle giovanissime. Fra le quali anche la propria sorella, alla quale lo legava un sentimento quasi morboso, fra protettivo e possessivo, in un ruolo di tutore e amante platonico. Sarà infatti solo lei a rimanergli accanto negli ultimi giorni della tremenda influenza spagnola, comunemente detta febbre gialla e a procurarsi, con ogni mezzo a sua disposizione, il costosissimo chinino, sebbene tardivo per la salvezza del fratello. In una tragica e struggente scena, Gert entra felice annunciando di avere la medicina nella camera dove Egon, riverso, è deceduto nottetempo, ed il suo braccio che si protende oltre il letto, illuminato dal sole mattutino, ha qualcosa di fanciullesco e magnetico. Un parallelo artistico possibile è con il Cristo della Deposizione di Caravaggio, e col dipinto “La morte di Marat” (di Jacques-Louis David), giacché simboleggia, e non solo visivamente, la decadenza e il tradimento di un ideale eroico anche questa immagine di Egon morente, nel candore degli anni, prima costretto a rispondere di infondate accuse di pedofilia ed infine abbandonato da tutti, fuorché da Gert.

Egon-Schiele-Death-and-the-Maiden Sarebbe stato opportuno sviluppare maggiormente l’aspetto psicologico dei personaggi e delle loro intrecciate dinamiche, trattate di sfuggita. Il rapporto, ad esempio, con la sorella Gert, con il primo vero e grande amore Wally (ispiratrice del suo splendido dipinto “La ragazza e la morte”), e con gli altri grandi maestri del tempo, in particolare Klimt, l’amicizia col quale risulta appena abbozzata e non ben scolpita. La musica segue gli snodi della sinossi, senza grandi picchi e travolgenti guizzi, rendendo l’idea di qualcosa di uniformemente pacato e scorrevole.

Molto apprezzabile l’interpretazione del giovane protagonista, Noah Saavedra, e di Valerie Pachner, nel ruolo di Wally. Entrambi bravi nell’affrontare i palesi limiti di una sceneggiatura poco brillante e coinvolgente. Nel suo complesso, un biopic gradevole.

Egon Schiele: Tod und Mädchen di   Dieter Berner

Sceneggiatura: Dieter Berner, Hilde Berger. Fotografia: Carsten Thiele . Montaggio: Robert Hentschel

Interpreti: André Jung, Cornelius Obonya, Daniel Strässer, Elisabeth Umlauft, Fanny Berner, Germain Wagner, Ilvy Grün, Larissa Breidbach, Lilo Grün, Luc Feit, Maresi Riegner, Marie Jung, Martin Muliar, Michael Kreihsl, Nina Proll, Noah Saavedra, Thomas Schubert, Ulli Maier, Valerie Pachner, Wolfram Berger

Colonna sonora: André Dziezuk

Produzione: Amour Fou Luxembourg, Novotny & Novotny Filmproduktion GmbH, Ulrich Seidl Film Produktion GmbH. Distribuzione: Draka Distribution, Twelve Entertainment.

Paese/Anno: Austria, Lussemburgo | 2016. Durata: 110′


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